In Cile i Mapuche rivendicano le terre

Il 16 gennaio si è aperto sulla collina Nielol nei pressi di Temuco, nel sud del Cile, il vertice dei rappresentanti del popolo mapuche, organizzato dal Consejo de Todas las Tierras, nel tentativo di dare una prospettiva al conflitto sempre più aspro che contrappone la popolazione indigena al governo del Cile. Sullo sfondo la rivendicazione delle terre che i Mapuche considerano loro proprietà ancestrale e collettiva, in un lotta che dura da decenni e che si è sviluppata anche attraverso occupazioni delle terre dei latifondisti e atti di sabotaggio. Inoltre gli indigeni si oppongono al progetto della diga HydroAysen, nella località Ralco, il cui insediamento rischia di travolgere la vita di numerose comunità. L’episodio che ha inasprito la situazione è avvenuto il 4 gennaio a Vilcùn, dove sono morti, intrappolati nella loro abitazione che andava a fuoco, due anziani proprietari terrieri. La responsabilità dell’accaduto è stata attribuita alle organizzazioni radicali dei Mapuche e sono stati effettuati arresti. Nei confronti dei militanti mapuche viene applicata una severa legislazione antiterrorismo risalente ai tempi di Pinochet, che in nome della lotta alla sovversione comprime i diritti degli imputati. Il governo accusa l’area radicale del movimento mapuche, il Coordinamento Arauco Malleco (CAM), di contatti con le Farc e non vuole recedere da progetti di sviluppo che sembrano penalizzare gli indigeni. D’altro canto i Mapuche sono fieri della loro identità e non intendono rinunciare alla rivendicazione delle terre; alle loro spalle una lotta lunghissima contro gli spagnoli, di cui fermarono l’avanzata verso sud, e contro i diversi governi cileni, in particolare ai tempi della dittatura. Infatti la riforma agraria varata da Allende che aveva dato loro le terre fu revocata ai tempi della giunta militare e i Mapuche pagarono un prezzo molto alto per la loro opposizione radicale ai golpisti. Il presidente Sebastian Piñera ha declinato l’invito dei Mapuche a recarsi al vertice di Temuco; un invito al dialogo si è però levato da molti settori della società cilena.