La strategia di Kim Jong-un per uscire dall’isolamento e per trovare un nuovo equilibrio nel confronto con l’Occidente passa anche per Pechino. Nella sua prima visita all’estero da quando ha raggiunto il vertice del partito e dello Stato, Kim Jong-un ha incontrato Xi Jinping, suo storico alleato, con cui però negli ultimi mesi i rapporti non erano stati idilliaci. I preparativi del viaggio in Cina del leader nordcoreano, che si è svolto da domenica 25 a mercoledì 28 marzo, sono stati tenuti segreti e tutta la missione è stata descritta dalle fonti ufficiali come una visita informale, nonostante Kim abbia incontrato il presidente Xi Jinping in almeno due circostanze, nella Grande sala del popolo e presso la residenza dei dignitari stranieri Diaoyutai.

L’operazione, oltre a ribadire l’alleanza tra i due Paesi, è utile ad avallare agli occhi delle controparti che la svolta dialogante di Pyŏngyang ha l’appoggio di Pechino e che i due Stati, rafforzata la loro sbilanciata amicizia, perseguiranno insieme il cammino del dialogo, come hanno condiviso, sia pur con riluttanza da parte della Cina, i giorni del contrasto e della sfida. La missione di Kim Jong-un, consolidando il rapporto con la Cina, tende a rinforzare la nuova politica del dialogo con la Corea del Sud e con gli Stati Uniti. Il leader nordcoreano ha ribadito a Xi Jinping la sua intenzione di incontrare Donald Trump, anche se tempi e modalità dello storico appuntamento sono ancora da definire.

L’amministrazione Trump è stata informata della visita in anticipo dalla Cina, ma ha preferito in questa delicata situazione non rilasciare commenti ufficiali a caldo; un analogo atteggiamento di prudenza ha assunto anche la Corea del Sud, che con il presidente Moon Jae-in sta svolgendo un ruolo decisivo per placare le tensioni nell’area. Anche il Giappone osserva con attenzione l’evoluzione della situazione; fonti diplomatiche non escludono che si possa arrivare a un dialogo diretto tra il premier giapponese Shinzo Abe e Kim Jong-un, dopo che questi avrà incontrato Moon Jae-in in aprile ed eventualmente Trump a maggio. Dopo un lungo inverno nei rapporti tra la Corea del Nord e gli Stati Uniti e i loro alleati nell’area, sembra proprio che sia in arrivo il disgelo della primavera.

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