La visita ufficiale del primo ministro ungherese Viktor Orbán in Israele dal 18 al 20 luglio ha suscitato forti critiche da parte di settori importanti della società civile israeliana. In molti accusano Orbán di antisemitismo, sia per i toni della campagna contro il finanziere filantropo George Soros, cittadino statunitense ma nato in Ungheria da una famiglia di origine ebraica, sia per la sua parziale rivalutazione della discussa figura di Miklós Horthy, reggente d’Ungheria per vent’anni, alleato di Hitler e noto per le sue posizioni antisemite.

D’altro canto, il rapporto tra Netanyahu e il primo ministro ungherese non nasce oggi e si fonda su solide basi, come l’appoggio ungherese a Israele, la diffidenza verso l’Unione Europea, il contrasto ai movimenti migratori. La diplomazia e l’azione geopolitica degli Stati si nutrono anche di identità e di memorie ma si fondano soprattutto sugli interessi concreti e tangibili della realtà presente. Quindi la vicinanza di Israele con tutto il Gruppo di Visegrád (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e appunto Ungheria) non deve sorprendere troppo; sia per l’ostilità di questi Paesi all’attuale assetto dell’Unione Europea, che Israele avverte come distante e troppo legata alle istanze palestinesi, sia per le loro posizioni sul contrasto alle migrazioni e la difesa dei confini, che hanno delle forti corrispondenze con le politiche dell’attuale governo israeliano.

In questo scenario strategico, passano in secondo piano le recrudescenze antisemite che affiorano all’interno dei venti di destra che soffiano nell’Est europeo. Per Netanyahu comprensibilmente contano di più le politiche attuali, pro o contro Israele, delle valutazioni storiche su personaggi del passato. Anche Soros non è amato per alcune prese di posizione delle ONG da lui animate rispetto ai diritti dei palestinesi. Per coloro che si oppongono alla politica del governo israeliano, nei confronti dei palestinesi ma anche dei migranti africani, questo rapporto con un esponente della nuova destra populista e sovranista sembra un tradimento delle origini di Israele, un Paese che è nato accogliendo profughi e che ha nella memoria anche una nave carica di Ebrei in fuga dalla Germania, che non riusciva a trovare un porto sicuro e aperto.

Crediti immagine: da European People’s Party (Flickr: EPP Summit March 2011) [CC BY 2.0  (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0)], attraverso Wikimedia Commons

    Argomenti

    #antisemitismo#Gruppo di Visegrád#Israele#Orbán