È il sudcoreano Kim Jong-yang il nuovo presidente dell’Interpol, scelto a Dubai il 21 novembre con 101 voti dai delegati di 192 Paesi. Kim è stato vicepresidente per l’Asia dal 2015 e capo del National Central Bureau di Seoul dal 2011 al 2012 e resterà in carica per due anni, fino al 2020, anche se normalmente il mandato del presidente dura quattro anni. Kim infatti sostituisce il cinese Meng Hongwei, del quale si erano perse le tracce a settembre durante un viaggio a Pechino, per poi scoprire, solo in un secondo tempo, che era stato arrestato con accuse di corruzione. Proprio la recente vicenda di Meng e le perplessità per aver affidato un ruolo importante per quanto fondamentalmente simbolico (è il segretario generale e non il presidente a prendere le decisioni operative) al rappresentante di un Paese in cui vige un sistema di polizia autoritario  può aver influito sull’elezione del nuovo presidente, che ha nettamente superato Aleksandr Prokopchuk, general maggiore del ministero degli Interni russo, candidato inizialmente favorito che ha ottenuto invece solo 61 voti. La candidatura di Prokopchuk è stata infatti fortemente osteggiata da Stati Uniti e Gran Bretagna e considerata inaccettabile da Paesi come la Lituania o l’Ucraina che hanno visto nell’eventuale elezione del candidato russo una vera e propria minaccia da parte di Putin, mostrando preoccupazione per il possibile uso ‘disinvolto’ dei mandati d’arresto internazionali. La Russia ha espresso rammarico per la bocciatura di Prokopchuk, affermando che l’elezione si è svolta in un clima di forti pressioni.

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