Il presidente algerino Abdelaziz Bouteflika, ritornato in patria domenica 10 marzo, dopo due settimane trascorse in una clinica svizzera, per quelli che sono stati definiti ‘controlli di routine’, ha annunciato tramite un messaggio affidato all’agenzia di stampa ufficiale APS, che non si ricandiderà per un quinto mandato e che le elezioni previste per il 18 aprile saranno rinviate e dovranno essere precedute da una conferenza nazionale sulle riforme politiche e costituzionali, da tenersi entro il 2019.

La dichiarazione giunge dopo settimane di manifestazioni che hanno coinvolto milioni di persone nelle principali città algerine per protestare contro la decisione di Bouteflika, al potere dal 1999, di correre per un ulteriore mandato, nonostante le precarie condizioni di salute, seguite ai due ictus da cui è stato colpito, che secondo i promotori della protesta ne farebbero ormai una sorta di ‘fantoccio’ nelle mani di una élite corrotta.

L’annuncio del ritiro della candidatura dell’attuale presidente è stato accolto con manifestazioni di giubilo, ma l’opposizione mantiene un atteggiamento cauto: non è stata infatti precisata una nuova scadenza per le elezioni e il rinvio a data da destinarsi potrebbe rappresentare una minaccia per la democrazia ed un escamotage per consolidare un sistema di potere che ruota intorno a Bouteflika.

Immagine: Proteste in Algeria (seconda settimana del 2019). Crediti: Bachounda [CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)], attraverso Wikimedia Commons