Xi Jinping si è recato in visita ufficiale in Nepal, primo presidente cinese a farlo in 23 anni, dopo essere andato in India per una serie di colloqui con il presidente Modi, che cautamente hanno però lasciato fuori argomenti scottanti come il Kashmir e la rete 5G di Huawei, e che secondo molti osservatori hanno portato pochi risultati concreti anche rispetto alle relazioni commerciali. In Nepal gli incontri con la leadership sembrano essere stati più fruttuosi, i due Paesi hanno espresso l’intenzione di consolidare i rapporti bilaterali in una partnership strategica e sono stati firmati numerosi accordi commerciali e di sviluppo – tra cui anche il progetto di una linea ferroviaria trans-himalayana –, con la Belt and Road Initiative cinese come base di partenza per importanti opportunità di cooperazione.

Durante l’incontro con il primo ministro nepalese Sharma Oli il 13 ottobre, Xi Jinping ha fatto dichiarazioni molto esplicite, e con un linguaggio crudo, sullo scottante tema del separatismo: chiunque tenti di dividere la Cina in qualsiasi parte del Paese finirà con corpi schiacciati e ossa spezzate, qualsiasi forza esterna che supporti la divisione della Cina si illude. Non sono stati fatti riferimenti espliciti, ma il messaggio è chiaro, rivolto in generale alle molteplici spinte indipendentiste che attraversano il continente asiatico ‒ e che a Hong Kong stanno dando esiti particolarmente drammatici – e a tutti coloro che pensano di poterle incoraggiare e sfruttare a danno della Cina. Un messaggio molto chiaro anche per il Nepal, che condivide un lungo confine con la Cina e ospita circa 20.000 tibetani espatriati; ogni anno circa 2.500 tibetani entrano inoltre illegalmente in Nepal per recarsi poi a Dharamsala in India per incontrare il Dalai lama, che Pechino considera un pericoloso separatista che tenta di staccare la regione himalaiana dalla Cina. Il premier Oli ha assicurato che il Nepal non permetterà che il suo territorio venga usato per attività anticinesi, tuttavia è ancora in sospeso tra i due Paesi la firma un trattato di estradizione che molti temono sia finalizzato soprattutto a estradare in Cina attivisti tibetani riparati in Nepal.

Immagine: Tangye, Mustang, Nepal  (10 maggio 2016). Crediti: Patricia Sauer [CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)], attraverso commons.wikimedia.org

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