Ha ottenuto una grande partecipazione di massa la manifestazione di sabato 23 marzo contro la Brexit a Londra; gli organizzatori parlano di un milione di persone scese in piazza con lo slogan “Put it to the people” (Lasciate scegliere alla gente). Nel corteo che ha attraversato la città da Park Line fino al Parlamento, hanno sfilato moltissimi giovani, rappresentanti di quella generazione Erasmus che ormai vive l’appartenenza all’Europa come sua dimensione naturale, numerosi lavoratori immigrati europei e tanti cittadini britannici accorsi da tutto il Paese nella speranza di fermare la macchina della Brexit. Tra i politici presenti Nicola Sturgeon, premier scozzese, il dirigente tory Michael Heseltine, il sindaco di Londra Sadiq Khan, e il numero due del Partito laburista, Tom Watson, che è intervenuto definendo la manifestazione una campagna per il futuro delle generazioni che verranno: giovani e bambini. Il significato politico della manifestazione è stato ampliato dal successo che sta ottenendo la petizione contro la Brexit, che ha raccolto in pochi giorni 5 milioni di firme.

La situazione resta molto complessa e, nonostante queste spinte di segno contrario, l’ipotesi di un’uscita ravvicinata e senza accordo rimane realistica. Se il Parlamento non vota entro il 29 marzo l’intesa raggiunta tra Theresa May e l’Unione Europea (UE) il 12 aprile scatterà la Brexit No Deal; il rinvio al 22 maggio è stato concordato con l’Unione Europea soltanto in caso di accordo. D’altro canto, non è sicuro nemmeno che si arrivi al voto, anche a causa del pronunciamento dello speaker della Camera John Bercow che ha escluso la possibilità di una terza votazione sul testo già respinto due volte, a meno che non intervengano modifiche sostanziali.

La posizione di Theresa May rimane quindi estremamente difficile, anche per le turbolenze interne al suo stesso partito, che potrebbero portare in tempi brevissimi alle sue dimissioni. Domenica 24 May ha convocato una riunione dei vertici del partito nella residenza estiva del primo ministro a Chequers per verificare la tenuta del suo governo, poiché i malumori sono diffusi. Sui giornali britannici sono uscite indiscrezioni di possibili dimissioni di massa dei ministri per costringere Theresa May a un passo indietro. L’ultima settimana di marzo scioglierà inevitabilmente alcuni nodi.

Immagine: La marcia pro-UE da Hyde Park a Westminster a Londra per celebrare i 60 anni dall’accordo di fondazione dell’UE, il Trattato di Roma (25 marzo 2017). Crediti: Ilovetheeu [CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)], attraverso commons.wikimedia.org

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