L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) ha pubblicato la venticinquesima edizione del Displacement Tracking Matrix (DTM), relativa al trimestre marzo-maggio 2019, che offre un quadro piuttosto dettagliato della situazione dei migranti in Libia. Il report ha preso in considerazione tutte le persone di nazionalità non libica, indipendentemente dal loro status legale. Sono almeno 641.398 persone, distribuite in tutte le municipalità della Libia (con maggiore concentrazione nell’area di Tripoli), e provengono da 39 diverse nazioni: il 65% di loro viene dall’Africa subsahariana, il 29% dal Nord Africa e il 6% dall’Asia e dal Medio Oriente; tra gli adulti (il 91% del totale) l’87% è costituito da uomini e il 13% da donne, mentre il restante 9% sono minori (il 34% dei quali non accompagnati). La principale criticità per i migranti è l’accesso ai servizi per la salute (un’emergenza rilevata nel 75% delle situazioni), seguita dalla possibilità di avere un riparo adeguato e cibo a sufficienza. Il rapporto sottolinea come il conflitto armato che caratterizza l’area a sud di Tripoli, sviluppatosi a partire da aprile, abbia portato a un netto peggioramento delle condizioni dei migranti in questa zona, sia per coloro che si trovano nei centri di detenzione sia per coloro che sono sistemati altrimenti, che rappresentano comunque una comunità particolarmente vulnerabile, soprattutto per il difficile accesso ai servizi sanitari (che rappresenta in quest’area una vera emergenza), e per la situazione di grande instabilità che riduce notevolmente le possibilità di svolgere qualche lavoro, con ovvie conseguenze.

Immagine: Campo di transito per migranti vicino al confine tunisino con la Libia (4 marzo 2011). Crediti: Department for International Development/Kate Joseph [Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)], attraverso www.flickr.com