La Corte di cassazione romena ha respinto l’appello presentato da Liviu Dragnea, presidente della Camera dei deputati e del Partito socialdemocratico, e lo ha condannato in via definitiva a tre anni e mezzo di carcere per abuso d’ufficio; la sentenza ha avuto effetto immediato e Dragnea è stato condotto lunedì 27 maggio nella prigione di Rahova, nei sobborghi di Bucarest. Il leader socialdemocratico era stato condannato in prima istanza nel 2018, per eventi verificatisi tra il 2008 e il 2010, quando aveva fatto assumere due donne dall’Ufficio provinciale per la protezione dei minori, portandole poi a lavorare per il suo partito nonostante continuassero a percepire lo stipendio statale. Per Dragnea non si tratta della prima condanna: nel 2015 era stato condannato a un anno di reclusione, con sospensione della pena, per frodi elettorali in occasione del referendum del 29 luglio 2012 sull’impeachment del presidente Traian Băsescu, cosa che gli aveva impedito di diventare primo ministro nel 2016 quando il suo partito aveva ottenuto un buon successo elettorale. Si chiude così l’era Dragnea, uomo politico che ha avuto un ruolo centrale nella vita politica del Paese negli ultimi anni. La sua condanna segna una vittoria del movimento civile #rezist, che si batte da tempo contro uno dei problemi più gravi della società rumena, la corruzione, e priva del suo leader il Partito socialdemocratico, che alle elezioni europee ha ottenuto un poco soddisfacente risultato del 23% circa.

Immagine: Liviu Dragnea al Consiglio nazionale del PSD (2013). Crediti: Partidul Social Democrat from Romania [CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0)], attraverso Wikimedia Commons