Il movimento di protesta che chiede le dimissioni del presidente Omar al-Bashir in Sudan, nonostante la repressione, non mostra cedimenti e sembra aver trovato in una parte dell’esercito una sponda. Un atteggiamento che rappresenta un forte sintomo dell’incrinarsi della solidità del regime. Sabato 6 aprile, in occasione del trentaquattresimo anniversario del colpo di Stato che rovesciò il presidente Gia῾far an-Nimeiri, la capitale Khartoum è stata teatro di un’enorme manifestazione di protesta, che secondo fonti non ufficiali avrebbe visto la partecipazione di un milione di persone. Le forze di sicurezza hanno cercato di disperdere il corteo e negli scontri sono morte sei persone che partecipavano alla protesta e ci sono stati 2946 arresti. I dimostranti hanno raggiunto, nonostante gli attacchi subiti, i palazzi del potere, intorno ai quali hanno formato dei presidi, che sono stati mantenuti anche durante la notte: tra gli slogan, molti invitavano l’esercito a schierarsi contro al-Bashir e ad appoggiare la sollevazione popolare. Lunedì 8, mentre i presidi erano ancora attivi e le forze di sicurezza si preparavano ad intervenire, l’esercito ha schierato i suoi effettivi a difesa dei manifestanti, impedendo che venissero attaccati e dispersi. L’episodio potrebbe essere un sintomo della volontà di una parte dell’esercito di abbandonare al-Bashir e aprire una nuova fase in Sudan. I movimenti di protesta innescati in dicembre dal carovita e dalle difficili condizioni economiche di larghe componenti della popolazione hanno assunto in questi mesi connotazioni più politiche, chiedendo le dimissioni di al-Bashir, il quale però sembra intenzionato per ora a resistere, anche per non perdere le immunità che lo proteggono dal mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale dell’Aia, in seguito alle accuse per genocidio e crimini di guerra relative al conflitto in Darfur.

Immagine: Omar al-Bashir a Sochi, Russia (23 novembre 2017). Crediti: President of Russia (http://en.kremlin.ru/events/president/news/56163/photos/51403). Creative Commons Attribution 4.0 International