Presentato dall’UNHCR (United Nations High Commissioner for Refugees) in occasione del 20 giugno, Giornata mondiale del rifugiato, il rapporto Global Trends 2018: sono oltre 70 milioni nel mondo le persone in fuga da conflitti, persecuzioni e violazioni dei diritti umani. Una cifra senza precedenti, la più alta registrata dall’agenzia delle Nazioni Unite in quasi settant’anni di attività, praticamente raddoppiata negli ultimi vent’anni. La suddivisione dei rifugiati nelle diverse aree del mondo compone uno scenario geopolitico delle crisi e ci avverte sui possibili, ulteriori sviluppi. I 70,8 milioni di persone censiti dall’UNHCR si distinguono in tre principali categorie: rifugiati, cioè persone che sono riparate all’estero, pari a 25,9 milioni; richiedenti asilo, 3,5 milioni; sfollati in aree interne al proprio Paese, 41,3 milioni. Oltre due terzi dei rifugiati proviene da soli cinque Paesi: Siria, 6,7 milioni; Afghanistan, 2,7 milioni; Sud Sudan, 2,3 milioni; Myanmar, 1,1 milioni; Somalia, 0,9 milioni. Rispetto all’accoglienza è la Turchia, per il quinto anno consecutivo, ad ospitarne il numero maggiore (3,7 milioni), mentre bisogna arrivare al quinto posto della ‘classifica’ ‒ dove è posizionata la Germania con circa 1,1 milioni ‒ per trovare un Paese europeo: prima ci sono Pakistan, Uganda e Sudan, mentre il Libano rimane il Paese che ospita il più alto numero di rifugiati in rapporto alla popolazione nazionale (1 persona su 6 è un rifugiato), seguito dalla Giordania (1 su 14).
I numeri complessivi sono comunque probabilmente sottostimati in quanto la situazione in una delle zone di crisi emerse con forza nel 2018, il Venezuela, è molto fluida e non del tutto quantificabile: si calcola che siano 3,4 milioni i venezuelani che sono stati costretti a lasciare il Paese per via dell’instabilità politica e la carenza di cibo e medicinali che mettono a rischio la sopravvivenza, ma la situazione è in evoluzione e la stima probabilmente inferiore ai numeri reali.
Immagine: Rifugiati in transito dal confine con la Repubblica Democratica del Congo a Rwamwanja, Uganda (11 aprile 2013). Crediti: (DFID) Department for International Development [Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0) ], attraverso www.flickr.com
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