Alcuni dei dati contenuti nel 15° rapporto dell’Associazione Antigone sulla detenzione dal titolo Il carcere secondo la Costituzione possono sorprendere chi non vive da vicino le difficoltà e le contraddizioni che attraversa l’amministrazione della giustizia in Italia. Le carceri italiane ospitano, avendo come riferimento i dati del 30 aprile 2019, 60.439 detenuti a fronte di una disponibilità di 50.511 posti letto ufficiali, con un tasso di affollamento che sfiora quindi il 120%. Si tratta di un dato estremamente critico che caratterizza il carcere italiano soprattutto negli ultimi venti anni. Dopo l’affollamento record del 2010 (con 68.258 detenuti e un tasso di affollamento pari al 153%) si è arrivati nel 2013 alla condanna dell’Italia da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo per trattamenti inumani e degradanti, legati proprio al sovraffollamento carcerario. Dal 2010 al 2015 si è cercato di porre rimedio portando la popolazione carceraria a 52.164 detenuti. Dal 2016 si è verificato però un nuovo innalzamento delle presenze; un fenomeno che non è tuttavia legato all’incremento dei reati, che sono invece in diminuzione, e neanche agli ingressi in carcere dalla libertà, un dato in calo rispetto agli ultimi anni e addirittura dimezzato rispetto a dieci anni fa. Il sovraffollamento dipende principalmente dal fatto che le persone in carcere scontano mediamente condanne più lunghe rispetto al passato. Le condanne a pene superiori ai cinque anni sono aumentate del 53%. Allungandosi l’entità della pena che in media scontano i detenuti aumenta anche la loro età; i detenuti con più di quarant’anni, che nel 2008 rappresentavano il 40%, hanno superato attualmente il 50%. Rimane bassa, come da tradizione, la percentuale delle detenute, che sono in tutto 2.659, pari al 4,4% del totale. Importante, ma in diminuzione, la percentuale dei detenuti stranieri; sono 20.324 e rappresentano quindi il 33,6% della popolazione carceraria. Nel 2003 erano 17.007 su 1.464.663 stranieri presenti in Italia, quindi con un tasso di detenzione del 1,16; nel 2013 gli stranieri detenuti erano 21.854, ma dato l’incremento delle migrazioni il tasso di detenzione era già sceso allo 0,49; oggi la percentuale è scesa al 0,36%, considerando anche gli irregolari. Tra gli stranieri, calano le presenze dei rumeni e la comunità filippina (a prevalenza femminile) ha un tasso di detenzione inferiore a quello degli italiani. Il carcere ci fornisce un importante ritratto della società italiana, ma bisogna saperlo guardare al di là dei luoghi comuni. Pregiudizi diffusi tendono ad affermare un’immagine della situazione della giustizia in Italia per la quale le pene sono troppo blande, i reati sono in aumento e sono soprattutto gli stranieri a rafforzare sempre più le fila della criminalità. Dai dati analizzati da Antigone emerge che i reati sono in diminuzione, le pene sono più severe che in passato e la percentuale degli stranieri che commettono reati e finiscono in carcere è in proporzione in netta diminuzione.

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