Siamo purtroppo abituati a guardare quello che troppo spesso accade oltreoceano, con gli USA che hanno più armi in circolazione che abitanti. Periodicamente assistiamo a vere e proprie mattanze - ultimo caso di una lunghissima serie di stragi, quello di Orlando del giugno 2016, con i suoi 50 morti. Complice il secondo emendamento della Costituzione statunitense, che garantisce a ogni cittadino l’inalienabile diritto di detenere un’arma da fuoco.

Ignoriamo però, o facciamo finta di farlo, che l’Italia è uno dei Paesi più “armati” al mondo.

I dati sono inquietanti: siamo il secondo Paese al mondo, dietro gli USA, nella produzione di armi, con 857.000 unità immesse sul mercato, il diciassettesimo nel mondo per numero di pistole e fucili in circolazione, il terzo in Europa dopo Germania e Francia (fonte Gunpolicy e Archivio del disarmo). I dati, stilati per difetto, non lasciano adito a equivoci: nel nostro Paese circolano tra sette e dieci milioni di armi da fuoco.

Prefetture e ministero dell’Interno non forniscono dati ufficiali, ma la tendenza è in aumento. In Italia ci si arma sempre di più, come testimoniano due fattori: le munizioni testate al Banco nazionale per le armi da fuoco e l’incremento delle licenze. Solo nel 2015 ne sono state rilasciate 1.265.484, solo tre anni prima erano poco più di un milione. Un piccolo esercito di circa 5 milioni di persone (l'8,4% della popolazione), e a guidare questa classifica sono la Lombardia, dove la provincia di Brescia è la capitale indiscussa, il Piemonte e il Lazio. La passione per le armi da fuoco è in aumento, ma è davvero difficile capire dove finisca l’hobby sportivo e dove cominci la volontà di armarsi per proteggersi da ladri e rapinatori. La paura e l’insicurezza di certo contribuiscono a questa sorta di corsa “all’armamento” e nonostante la nostra legislazione in merito sia molto restrittiva, ci sono molte lacune che la rendono aggirabile. A questo si aggiunga il mercato nero su internet, nel quale utilizzando un programma che rende anonima la navigazione possiamo trovare una discreta gamma di armi fa fuoco. Italia a mano armata, quindi, e non come nell’omonimo film degli anni ’70 con Maurizio Merli icome protagonista, ma piuttosto pericolosamente vicina al film di Michael Moore Bowling a Columbine.

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