A dicembre, in tempi record, l’assemblea di Palazzo Madama ha approvato il decreto per ridurre del 75% le firme necessarie per la presentazione delle liste alle elezioni politiche: bastavano ora solo 30.000 firme per movimenti e partiti non ancora rappresentati in Parlamento per comparire sulla scheda elettorale.

(http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede_v3/Ddliter/39252.htm). 
I contrassegni elettorali depositati sono stati 219, ma al termine delle operazioni della Commissione che li ha esaminati tutti, quelli ammessi sono risultati 184, più che sufficienti a offrire l'imbarazzo della scelta agli elettori eventualmente indecisi.
La legge elettorale vigente prevede, per l’elezione della Camera e del Senato, un sistema proporzionale con premio di maggioranza e soglie di sbarramento. Secondo il sito ufficiale del ministero dell’Interno (http://elezioni.interno.it/index.html), la coalizione Italia Bene Comune ha vinto il premio di maggioranza alla Camera di un soffio: 124mila e 958 voti (10.047.808 meno i 9.922.850 voti della coalizione Centrodestra Unito). Secondo i conteggi decisivo sembra essere stato il Südtiroler Volkspartei (SVP, letteralmente Partito Popolare Sudtirolese), schierato all'interno della coalizione di centrosinistra, che ha portato 146.804 voti (0,43 %). In Italia l’unica volta in cui un partito da solo è riuscito ad ottenere la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento fu nel 1948, quando la Democrazia Cristiana conquistò 305 seggi su 574 alla Camera e 130 su 237 al Senato. All'epoca il numero dei seggi non era fisso, ma variava in base alla popolazione. Altra epoca, altro sistema elettorale. Oggi, tra tutti i contrassegni ammessi alle elezioni politiche, se ne contano tanti che hanno sfidato lo sbarramento dello 0,4% senza neanche riuscire a sfiorarlo, spesso ottenendo meno consensi del numero di firme raccolte per potersi presentare e senza ottenere neanche un seggio. Il record assoluto lo detiene Democrazia Atea con 556 voti. Fonda la sua azione politica sulla Costituzione (escluso l'articolo 7) e ovviamente al primo punto del programma ha l'abolizione dei Patti Lateranensi. Il movimento Staminali d'Italia ha racimolato, per dare un segnale di vita all'Europa e al mondo, 598 voti. Al terzultimo posto Tutti insieme per l'Italia, 1.452 voti alla Camera, un po' meglio al Senato con 3.155 voti, né di destra né di sinistra né di centro, ma solo tutti insieme per portare avanti le idee vere dell'Italia che sono lavoro, arte, cultura e tradizioni del popolo italiano, con una bella chiave di violino a campeggiare sul simbolo. Rifondazione Missina Italiana, i valori della tradizione missina in chiave contemporanea, 3.178 voti, il PPA movimento Politico Pensiero Azione per la gente con la gente 1.526 voti e il partito dei Popolari Uniti di ispirazione cristiana, non confessionale 2.992 voti. Tutti partiti con affermazione nell'area dello 0,0%. I Pirati, in realtà solo una emulazione del vero Partito Pirata originale che si ispira al Piraten partei tedesco, non sono riusciti a superare lo 0,01% con 4.557 voti. Risultato poco significativo per le quattro liste di esplicito orientamento comunista (Partito Comunista dei Lavoratori 89.995 voti alla Camera e 113.930 al Senato, Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista 9.604 voti solo per il Senato, Partito di Alternativa Comunista 5.159 voti alla Camera e 16 di più al Senato) e per le tre liste di estrema destra (Forza Nuova 89.811 voti, CasaPound Italia 47.692 voti, Fiamma Tricolore 44.744 voti). Percentuali basse anche per le liste indipendentiste , Indipendenza per la Sardegna 7.598 voti e Indipendenza Veneta 33.274 voti, e per quelle territoriali che spesso sintetizzavano già nel nome il programma elettorale come L’Alto Adige nel cuore presente solo per il Senato e solo in Trentino-Alto Adige in 3 collegi uninominali su 6 (Bolzano, Merano, Bressanone), il partito della Comunità Lucana 882 voti al Senato o Rialzati Abruzzo! - Abruzzo Futuro 11.817 voti. Certo bisogna considerare che questi partiti si sono presentati solo a livello locale come la coalizione presente solo per il collegio del Lazio al Senato composta da: No alla Chiusura degli Ospedali 7.547 voti, Dimezziamo lo Stipendio ai Politici 7.968 voti, Viva l'Italia 4.759 voti. Altro inutile tentativo di raggiungere da solo l’entrata del parlamento per ciò che resta del Partito repubblicano italiano 7.143 voti alla Camera e 8.476 al Senato.

Sono state schede elettorali molto lontane dal bipolarismo e anche questa volta l’equazione più partiti, più democrazia non sembra essere stata soddisfatta, ma alla fine, nel risultato complessivo, almeno si è prodotto il maggior tasso di ricambio per sesso. Le donne sono quasi un terzo dei parlamentari eletti con un aumento superiore ai 10 punti percentuali rispetto al 2008. Certo non hanno contribuito all’elezione di alcuna senatrice proprio le uniche due liste che si proponevano di dare rappresentanza politica alle donne: Donne per l’Italia 7.610 voti (0,02 %) un partito per fare emergere con forza le donne nella vita pubblica che su 17 candidati presentava 4 uomini con la U maiuscola quelli che nel codice civile vengono definiti con la diligenza del buon padre di famiglia, o il Movimento Eudonna 2.689 voti (0,0%), forza politica al femminile per il rilancio del maternage.

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