Quest’estate ho visitato Vilnius, la capitale della Lituania, città ricca di storia, già cuore del Gran Ducato di Lituania che nel Quindicesimo secolo fu il Paese più grande d’Europa, estendendosi dalle rive del Mar Baltico a nord, a quelle del Mar Nero a sud. Mi perdo nelle viuzze medievali della città vecchia, inclusa dall’UNESCO nella lista del Patrimonio mondiale dell’umanità nel 1994. Mi colpisce molto questo mix di culture, allo stesso tempo familiari ed estranee. Potrei essere in Europa Occidentale, nel nord dell’Europa, o anche nell’Europa dell’Est, ma tutto d’un fiato; ammiro il bilinguismo o trilinguismo dei locali e il susseguirsi di stili architettonici che tradiscono la stratificazione storica e culturale di questa città. Benché sia radicata in un passato medievale, la città vecchia di Vilnius dà l’idea di una città dinamica e giovane, anche perché popolata da artisti adolescenti che, sotto il sole estivo, rallegrano con le loro musiche i molti turisti provenienti da tutto il mondo.

Cammino, cammino e a un certo punto, come si può naturalmente immaginare passeggiando nella capitale di un’ex repubblica sovietica, m’imbatto in una statua rappresentante il viso di…

Frank Zappa? Ma perché Frank Zappa? Cosa c’entra il musicista rock americano con la capitale lituana?

Assolutamente niente. Proprio per questo la statua ha un valore liberatorio. Il punto saliente è l’assurdità del non c’entrarci nulla con la Lituania e i Lituani. Ma fatemi spiegare. Nel 1991 la Repubblica di Lituania si proclama indipendente dall’URSS, si cominciano quindi a distruggere i vari busti di Lenin, Marx e compagnia, ormai divenuti simboli di oppressione. Tutti questi piedistalli sparsi per la città restano vuoti. Che fare? Chi eleggere come nuovo simbolo di libertà e indipendenza? Saulius Paukstys, impiegato statale e habitué  degli ambienti artistici alternativi della città, fondatore del fan club di Frank Zappa, decide di commissionare a uno scultore (che operava anche in tempi sovietici) un busto di Zappa da situare nel centro della città, fuori da un ospedale.

Il faccione di Zappa, stilisticamente simile a molte statue sovietiche, inizialmente crea qualche polemica a livello amministrativo, perché le autorità locali non riescono proprio a capire cosa possa c'entrare Zappa, tra l’altro anche un po’ di sinistra, con la ritrovata indipendenza dall’Unione Sovietica. Ma il punto è proprio questo, il poter scegliere chiunque per nessun motivo in particolare: l’atto liberatorio sta nell’assurdità della scelta stessa. Per celebrare la fine del Comunismo, invece di scegliere un alquanto deprimente simbolo di eroismo e sacrificio, questo eccentrico personaggio e il suo seguito preferiscono una rock star americana. Riescono a convincere le autorità locali e la statua è oggi uno dei simboli della città.

Nel frattempo le iscrizioni al fan club di Frank Zappa continuano a crescere. Nel 2008 i Lituani regalano persino una statua di Zappa alla città di Baltimora, dove è nato il musicista! Ma soprattutto, nel frattempo, Frank Zappa diventa il santo patrono dell’autoproclamata Repubblica di Užupis, fondata il primo aprile 1997, una specie di gran pesce d’aprile per la città di Vilnius. Užupis significa ‘dall’altra parte del fiume’. Il fiume in questione è il fiume Vilnia o Vilnele che attraversa la città e che separa la città vecchia da un quartiere caduto in stato di degrado durante gli anni dell’occupazione sovietica. Molti anni prima questo era stato il quartiere ebraico. Ma un gruppo di artisti e di eccentrici, naturalmente anche quelli coinvolti nell’affaire Frank Zappa, decidono di rilanciare questa zona dimenticata della città che presto si autoproclama Repubblica indipendente.

Questa Repubblica di circa 7000 abitanti ha un presidente, un inno nazionale, una sua moneta, una specie di esercito composto di circa 11 uomini, una bandiera e una costituzione. Sulla bandiera è rappresentata una mano bucata che simboleggia la mano usurata del lavoratore. La costituzione, tradotta in varie lingue del mondo, è stampata su grandi specchi che decorano i muri di una delle vie di questo quartiere surreale, pieno di sculture astratte appese a mezz’aria, di graffiti, di stampe assurde e di colori forti. Tutti questi vivaci sentieri confluiscono nella piazzetta troneggiata dalla statua dell’angelo di Užupis, ormai simbolo della Repubblica. Ecco qui alcuni dei 41 articoli della Costituzione nella loro traduzione italiana:

1. Ogni uomo ha il diritto di vivere nei pressi del fiume Vilnele, e il fiume Vilnele ha diritto di scorrergli accanto

2. Ogni uomo ha il diritto all'acqua calda, al riscaldamento d'inverno e a un tetto di tegole

3. Ogni uomo ha il diritto di morire ma non è un dovere

5. Ogni uomo ha il diritto di essere unico

11. Ogni uomo ha il diritto di prendersi cura di un cane, fino alla morte di uno dei due

12. Ogni cane ha diritto di essere un cane

13. Un gatto non ha il dovere di amare il suo padrone, ma gli deve essere di aiuto nei momenti difficili

16. Ogni uomo ha il diritto di essere felice

17. Ogni uomo ha il diritto di essere infelice

21. Ogni uomo ha il diritto di essere consapevole della propria pochezza e della propria grandezza

37. Ogni uomo ha il diritto di non avere diritti

38. Ogni uomo ha il diritto di non avere paura

39. Non vincere

40. Non contrattaccare

41. Non arrenderti

L’ironia e il tono scherzoso di questa Costituzione non tolgono nulla alla sua portata liberatoria. La Repubblica di Užupis, spesso paragonata a quartieri bohémien come Montmartre a Parigi, è un progetto surreale che tradisce tutto l’entusiasmo e l’energia di una ritrovata libertà d’espressione soppressa da troppi anni. Questi eccentrici al servizio della libertà, sotto la buona stella di Frank Zappa, sono stati capaci di dimostrare che anche il nonsense e l’assurdo possono essere simboli d’indipendenza.