Talvolta viene voglia di anestetizzare i dolori del tempo presente – non mette conto nemmeno snocciolare i grani del rosario, per quanti sono e per quanto sono noti – e, tolti gli occhiali da sole, lasciarsi con indolenza abbacinare dai bagliori effimeri dell'estate che va a morire. Arrivano dal mondo dello show statunitense, come sempre, le sollecitazioni migliori (o peggiori, a seconda dei punti di vista), anche sotto forma di suggerimenti lessicali, dietro i quali, a ben guardare, si spalanca un possibile mondo di significati e conseguenti riflessioni critiche, che però qui ci si guarderà bene dall'evocare.

Una mania tra popstar

In un riquadro intitolato significativamente "La tendenza", sul «Corriere della sera» del 24 agosto scorso si è dato conto dell'effervescente moda in auge tra gli idoli dello star system: «Saranno pure gioielli, ma sulla loro eleganza ci sarebbe molto da discutere. Madonna li ha esibiti uscendo dalla sua palestra superlusso a Roma, con un effetto a metà tra Hannibal Lecter e l'apparecchio per i denti. Ma pare che le "grillz", griglie per la dentatura di materiale più o meno prezioso, stanno diventando una mania tra pop star e non solo». Si scherza, giustamente, anche se magari sarebbe meglio non scherzare con i modi verbali (stanno diventando invece di stiano diventando).L'ironia consente di (fingere di) prendere le distanze anche ai giornalisti che scrivono per le testate che sulle bizzarrie del presunto glamour divistico ci campano: «"Eleganza" indiscussa a parte, quello che viene subito in mente guardando il grillz è: farà male ai denti? La risposta è condizionale: potrebbe come no. Nel caso di star hollywoodiane, cantanti, attori e attrici è molto difficile che possa creare problemi. “I grillz realizzati per le celebrities sono mobili e creati su misura in modo tale che non rovinino il sorriso”, ha spiegato il Dr Lance Knight al "Daily Mail". (Sofia Viganò, Vogue.it, 30 agosto 2013, "Beauty").

L'orrore trash

Grazie al Dr Lance Knight possiamo dormire sonni tranquilli sull'eumorfia labiale delle popstar Madonna, Kate Perry, Miley Cirus, Rihanna e della modella Miranda Kerr. L'orrenda griglia mobile da sovrammettere a più denti, fatta di materiali preziosi (oro, platino, diamanti, argento), rappresenta, oltre che un buon esempio di pacchianeria assoluta, un evidente marcatore simbolico della distanza che separa il mondo up dal mondo down. Peraltro, come sempre, è dato ai poveracci di imitare l'orrore di qualità con l'orrore trash, poiché industriosi artigiani mettono in commercio, per la plebe, grillz o, perlomeno, singole capsule o rivestimenti (in lamina dorata) taroccati e dunque low coast.

La griglia del barbecue

Il mega-ponte cafonal, la iper-protesi posticcia, ha, se non altro, il pregio di portare con sé un nome dalla cristallina sincerità semantica: grillz è il plurale (con il morfema colloquiale -z in luogo del tradizionale -s) di grill, che vale 'griglia', proprio quella del tipico barbecue da famiglia media americana che ci viene subito in mente, nutriti come siamo da anni di film hollywoodiani che hanno colonizzato il nostro inconscio - come diceva, più o meno, il personaggio di un film di Wim Wenders (Nel corso del tempo) -. Del resto la metafora spicciativa viene dal mondo per eccellenza cafonal dei rapper neri degli anni Ottanta, i primi, a quanto pare, a gettare in faccia al mondo le luccicanti prove protesiche dello status di straricchi, raggiunto sollevandosi dal fango delle strade sordide e malfamate dei ghetti urbani nelle grandi metropoli. A garanzia – diciamo così – della qualità del marchio, c'è il pezzo rap di successo, imbastito dall'idolo Nelly, intitolato per l'appunto Grillz (2005), che comincia simpaticamente in questo modo: «Robe the jewelry store and tell 'em make me a grill», ovvero, svaligia la gioielleria e digli che mi facciano una "griglia". Il rapper nero Nelly spartisce il suo recitativo ritmico con il rapper bianco Paul Wall, che spiega efficacemente in tre parole il senso della sfavillante grigliata odontotecnica: «s_imple symbolize success»._

Già gli etruschi

Non so se possa consolare il fatto che, come sostiene Focus.it, «le prime vere dentiere, simili a quelle che si usano oggi, risalgono al 1770. Erano fatte di porcellana e vennero applicate per la prima volta dal francese Alexis Duchateau di Saint-Germain-en-Laye. Ma la protesi dentaria è molto più antica. Infatti già nel settimo secolo avanti Cristo, gli etruschi ne realizzavano esemplari intagliati in osso o in avorio, con ponti in oro. Quindi con una tecnica già molto raffinata». Lascio a chi legge le opportune comparazioni.

Femminile, maschile, singolare, plurale

In cauda venenum****. Che ne facciamo di questo prestito di gran lusso, intendo quello lessicale, il vocabolo grillz? Dobbiamo decidere se trattarlo come un plurale, quale è nella lingua inglese, o come un bizzarro singolare; come un femminile o come un maschile (visto che l'inglese non ci aiuta con la sua morfologia neutralizzata)? Per ora si nota qualche incertezza. Basti vedere i due esempi succitati: è vero che il «Corriere» e Vogue.it sono fedeli all'inglese e considerano grillz un plurale; per il primo, però, si tratta di un nome femminile, per attrazione dell'italiano griglie («le grillz»), mentre per il secondo si tratta di un nome maschile («i grillz»). Non c'è da stracciarsi le vesti, ma va notato che c'è anche chi scrive il grillz, decidendo per il singolare (si pensa probabilmente a un sottinteso 'congegno', 'apparecchio dentale'): «Un diamante nel sorriso / Tutti pazzi per il grillz» (titolo sulla «Stampa» del 26 agosto 2013). Vediamo che cosa succederà a questo sostantivo in italiano, fresco di giornata e, per ora, oscillante come un barbaglio di sole su una finestra che si sposta spinta avanti e indietro dallo scirocco estivo.

Lasciamolo cuocere per un po' sulla sua griglia.

Immagine: Madonna. Crediti: https://www.deejay.it/