1.

A. 0 punti; B. 3 punti; C. 0 punti

Forme pienamente legittime fino a qualche tempo fa - almeno fino agl’inizi del Novecento – sono decisamente da evitare, nell’uso scritto contemporaneo. Così il manzoniano “in vece” del dubbio dell’Innominato (con Lucia implorante e la vecchia che assiste stordita), o l’in vece dell’uso carducciano: di là da tutte queste benemerenze letterarie, invece è oggi possibile solo se univerbato. Per cui 0 punti alla A e alla C (con il dipiù dell’inganno pseudoscolastico: alzi la mano chi non ha pensato alle gag liceali da libretto delle giustificazioni: sperando che non siano tutti i venticinque soliti lettori). 3 punti alla B.

2.

A. 3 punti; B. 1 punti; C. 0 punti

Siamo in piena vena manzonista, evidentemente. Anche perché gli usi del romanzo fanno da specchio all’uso immediatamente recente. 3 punti legittimi e pieni al Gran Lombardo (uno di quei pochissimi casi ­– in questo caso, crediamo, l’unico – in cui, almeno letteralmente, le maiuscole identificano davvero una condizione; e l’appartenenza è solo identificativa: quando cioè si dismette la retorica e ci si affida ai casi singoli che, da certa speculazione, possono essere solo strumentalizzati; ma tant’è: si vede che al risciacquar le nostre grafie col Manzoni ci s’è appiccicata addosso una smania digressivo-romanzesca di cui ci scusiamo e che interrompiamo all’improvviso – 3 punti, si diceva, al Manzoni della A (frase dal XV capitolo dei Promessi sposi). 1 punto alla B, per la grafia corretta di ingegnarsi e il – veniale? Non sapremmo dirlo – errore-bb- in arra_bb_attarsi (propriamente ‘affaticarsi, sforzarsi’: di prima attestazione cinquecentesca dallo spagnolo arrebatarse, a sua volta dall’arabo ribât: nientemeno che ‘attacco contro gli infedeli’). 0 punti all’eccesso doppio della C; dove, almeno ci sembra, ci s’è ingeniati un po’ troppo.

3.

A. 1 punto; B. 0 punti; C. 3 punti

La parola sopralluogo ha stabilizzato la propria grafia solo agl’inizi del Novecento: e la forma con “raddoppiamento” interno indicato è l’unica possibile, al momento. Per questo i solerti impiegati della Bazzabani srl ottengono 3 punti (con la C). Solo 1 punto alla A. Perché è evidente che si tratta di un vezzo “di scrittura d’antan”, come s’è spiegato: ma è altrettanto evidente che, con tutta probabilità, il nonno dell’“affermatore” della A avrebbe, al limite, scritto “sopraluogo”; non detto: a maggior ragione perché fiorentino. 0 punti alla C. Perché – almeno nella norma grafica contemporanea – la resa univerbata di “palla a volo” è pallavolo; senza la segnalazione (che pur esiste nella ‘corretta pronuncia’) del raddoppiamento fonosintattico (quel che invece avviene in sopralluogo, soprattutto ecc., in sostanza).

4.

A. 1 punti; B. 3 punti; C. 0 punti

Allora. 3 punti alla forma (univerbata, con raddoppiamento segnalato) dappertutto della B. Ma solo perché ci arroghiamo il diritto di una presa di posizione _semi_soggettiva, visto che la forma “analitica” da per tutto della A sarebbe – dal punto di vista normativo – ugualmente legittima (e legittimata dall’uso). Ma nella vita si fanno delle scelte. Per cui: 1 punto. 0 punti all’insostenibile dapertutto. Preferibile soltanto al (pur narrativamente notevole) da pertutto (che quasi suggerisce un luogo della fantasia onnicomprensivo).

5.

A. 1 punto; B. 0 punti; C. 3 punti

Sposiamo (come se avesse bisogno delle nostre nozze!) le affermazioni del Migliorini a proposito di alcuni “peccati d’opere” (ovvero «alcuni raddoppiamenti falsamente applicati», tra cui diffilato e pressocché). Per questo 0 punti alla B. 3 punti “lineari” alla C e 1 punto alla A. Sempre per motivi legati alla contemporaneità, è evidente: non vogliamo trasformare in un dolore contro la posterità grammaticale la citazione dal Bembo del Grande Dizionario del Battaglia: “Io sono presso che fallito”. Non sia mai.

6.

A. 0 punti; B. 3 punti; C. 3 punti

Perseveriamo, inesorabili, nella nostra fissazione manzoniana “d’occasione”. In questo glossogramma, però, abbiamo leggermente barato. Perché, accanto alla legittima B del Manzoni, citazione concessa direttamente dal capitolo XV del romanzo (sicché: 3 punti per chi ha riconosciuto la mano di don Lisànder e la corretta forma ottocentesca di passeggiero; neanche a dirlo!), abbiamo fornito due “ammodernamenti”. Allora: passeggero (unica forma corretta, attualmente) è uno di quei “sostantivi e aggettivi in -giero” che hanno perso la i solo all’inizio del XX secolo (Croce scriveva leggiero; e ancora passeggiero in Saba). Per il già cinquecentesco “non so che” (‘una certa cosa che non si sa definire’) cogliamo, di nuovo, le rose miglioriniane, che nell’Appendice del ’63 al Dizionario del Panzini, rilevava la resa nonsoché della “locuzione sostantivata non so che”: «ma», scriveva Migliorini, «a rigor di grammatica, bisognerebbe allora scrivere nonsocché». Per questo, 0 punti alla A (non aiutata, certo, da quello stento “passegiero”). E 3 punti alla C, per quel “certo nonsocché” alla fine…

7.

A. 3 punti; B. 1 punto; C. 0 punti

Il gioco di parole della B è scusato solo in parte. Perché è corretta la grafia dell’aggettivo pretenzioso; ma la pretensione (nel corso del tempo, dal Cinquecento in poi: ‘pretesa’, ‘arroganza’, ma anche ‘ricchezza ostentata ecc.’) ha una z di troppo. Allora: salvo poche eccezioni, vale nei casi di dubbio tra -s- e -z- l’«empirismo» malagoliano: si ha z quando al nome “corrisponda un participio, un aggettivo o un altro nome in cui ci sia t” (il caso intenzione-inten_t_o ecc.); si ha s quando nei corrispondenti si ha s (confusione-confuso ecc.). Per pretensione, non ci sono problemi (pretensione-pretesa), apparentemente. Per pretenzioso (col valore di ‘pieno di pretese’ ecc.; unica forma corretta) si deve riandare a un antico ottocentesco pretensioso, cui, sul finire del XIX secolo, si sostituisce la forma corrente. (Ma si ricordi l’ascendenza francese prétention e prétentieux che complica un po’ le cose…). Solo per dire: che nihil certum (e che il Buon Folengo non se n’abbia a male) e che: alla A vanno 3 punti. 0 punti alla C. 1 punto alla pretenzione della B: è da lì che, con molte pretese, siamo partiti…

8.

A. 3 punti; B. 0 punti; C. 1 punti

Siamo al classico gozzaniano (non govoniano, evidentemente) del plurale di camicia e di ciliegia. Ci affidiamo – come sempre, nelle questioni da risolvere – alla Grammatica di Serianni. Mantenere la i solo quando la c e la g sono precedute da vocale: per cui camicia-camicie, ciliegia-ciliegie (ma spiagge e gocce). Quindi: 3 punti alla A. 0 punti alla B. E (ma solo confidando che si tratti di un lapsus “davelare”!) 1 punto alla C: che attribuisce il peccato giusto al peccatore sbagliato. (Ma solo chi è senza camicia, come nella fiaba del principe triste, scagli, se vuole, la pietra dello scandalo… Soltanto per ricordare quanto ci condizionino, insieme col Manzoni, anche i versi di Elio e le Storie Tese…).

9.

A. 1 punti; B. 3 punti; C. 0 punti

3 punti alla B. Perché, di là dalla composizione della parola, rispetta una regola della divisione sillabica (non si divide il gruppo consonantico -bl-); che è il primo criterio. Si può accettare, in questo caso: e in “seconda istanza” (1 punto), la “scansione” del prefisso sub- (solo per motivi di “chiarezza” ecc.). 0 punti alla divisione casuale della C.

10.

A. 3 punti; B. 0 punti; C. 0 punti

Il tono datato della A (dal Panzini), ben evidenziato dalla prima persona dell’imperfetto, non può che chiudersi sulla referenzialità dei 3 punti. Il delirio inspiegabile della B porta con sé 0 punti. Come del resto anche la grafia antica della C (0 punti), inaccettabile in una lettera che parli di lettori dvd e videoregistratori. Anche se ne avete abbastanza, delle derive glossogrammatiche, va ribadito che quella univerbata è l’unica forma accettabile. Abbastanza, appunto. ‘Appena più dello stretto necessario’.

RISULTATI

Da 0 a 10 punti: Attenzione scempia. Per voi val più la pratica che la grammatica, evidentemente. E siete convinti che chiamare qualcuno Giani o Gianni sia la stessa cosa. Senza avvedervi della “doppia faccia” della medaglia che vi ritrovate in mano. Forse non ci credete, ma è un apostrofo messo bene, alle volte, a cambiare il mondo in meglio.

Da 11 a 20 punti: Attenzione neutra. Siete moderatamente vicini alle questioni ortografiche generiche. Con la consapevolezza della possibilità di avere imbroccato un uso grafico corretto (anche se datato) vi accostate alle parole senza troppo timore. Il che è un bene. A patto che non confondiate il timore con la cura, tagliando le parole a metà; lasciandole sole nel mezzo del discorso.

Da 21 a 30 punti: Attenzione doppia. Voi siete davvero convinti che una giusta divisione sillabica porti bene alla diffusione reale della democrazia nel mondo. Ci fa piacere, sinceramente, che la pensiate così. Non sappiamo dirvi se avete ragione, naturalmente. Ma ci fa piacere lo stesso.

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