Premessa: un lessico gestuale

Nei contributi precedenti (Nobili, 2018a; 2018b) si è detto che i gesti simbolici italiani, quei gesti che possono essere eseguiti anche senza parlare, hanno un significato stabile e ben noto ai parlanti nativi. Detto altrimenti, sono gesti linguisticamente e culturalmente codificati, cristallizzati nell’uso a tal punto da formare un “lessico gestuale” repertoriabile e descrivibile in un dizionario.

A partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, sono stati realizzati diversi dizionari di gesti italiani. Nei paragrafi che seguono ci limiteremo a descriverne i principali (per approfondimenti cfr. Nobili, 2017c).

Poi mi offristi un punt e mes****. Quando il dizionario di parole non basta

Un primo dizionario di gesti italiani è rintracciabile nel Supplemento al dizionario italiano (1963) dell’artista e designer Bruno Munari: si tratta di «una documentazione il più possibile esatta, ad uso degli stranieri che visitano l’Italia e come supplemento al dizionario italiano» (Munari, 1999 [1963], p. 6).

Il Supplemento era già stato pubblicato, come edizione fuori commercio, nel 1958 per volere dell’azienda torinese Carpano, produttrice del celebre vermut punt e mes, un ‘punto’ di dolce (vermut) e ‘mezzo’ punto di amaro (bitter). Basterà guardarne un carosello per averne un assaggio.

Il gesto per ordinare il punt e mes è un esempio di entrata accolta nel Supplemento come in fig. 1 (ivi, p. 42); si omette qui la traduzione della definizione del gesto dall’italiano all’inglese, al francese e al tedesco, in linea con il destinatario straniero del dizionario che Munari aveva in mente.

PUNT E MES

La mano col pollice alzato resta ferma a indicare «uno», mentre l’altra taglia orizzontalmente l’aria a indicare «mezzo». Più rapidamente e comodamente si può fare il gesto usando una sola mano, che indicherà prima «uno», poi «mezzo». Gesto nato verso la fine dell’Ottocento a Torino per ordinare senza parlare il famoso vermut amaro.

Fig. 1: Gesto per il punt e mes.

Un manuale di sopravvivenza in Italia

A circa trent’anni di distanza dal Supplemento di Munari fu pubblicato da Diadori (1990) il volume Senza parole. 100 gesti degli italiani, che raccoglie a mo’ di dizionario per uso didattico una selezione di gesti italiani secondo gli atti comunicativi che essi esprimono, la cui conoscenza consente a uno studente straniero di interagire e di “sopravvivere” in Italia. Se si legge in fig. 2 la terza entrata del dizionario, dare una stretta di mano, con cui si realizza l’atto di ‘salutare qualcuno per iniziare un contatto’, si noterà che a una breve definizione seguono il registro d’uso e le espressioni linguistiche più comuni che possono accompagnare il gesto (Diadori, 20034 [1990], p. 27).

Dare una stretta di mano

(formale, è un saluto comune fra persone di pari grado)

Fra due persone che si conoscono:

«Buongiorno!»

«Buonasera!»

«Che piacere vederLa!»

Fra due persone che non si conoscono:

«Piacere!»

«Piacere di conoscerLa!»

«Molto lieto!»

Fig. 2: Gesto per “salutare qualcuno”.

Ti dico ciò che (forse) già sai

Dalla prospettiva dell’insegnamento dell’italiano si passa a una prospettiva cognitivista con il dizionario, chiamato gestionario, di Poggi (2006), che precisa: «Le informazioni semantiche contenute nel Gestionario per ogni gesto […] rispecchiano le nostre conoscenze sul significato e l’uso di quel gesto» (ivi, p. 66). Osserviamo in fig. 3 alcune voci dell’entrata indici delle due mani a palmi in giù paralleli e tesi si avvicinano e allontanano ripetutamente, che in italiano vuol dire “se l’intendono” (ivi, p. 67):

  1. Formulazione verbale - “se l’intendono”

- “c’è del tenero”

- “connessione, legame”

  1. Contesto                    - a proposito di due persone;

- a proposito di due fatti

  1. Sinonimi                    Mano con pollice e indi-

ce aperti curvi ruota ri-

petutamente sul polso

  1. Significato                 Legame tra persone o

eventi

Fig. 3: Gesto per “se l’intendono”.

Gesticolare senza inciampi interculturali

Attiene alla comunicazione interculturale il Dizionario dei gesti degli italiani di Caon (2010), il quale fa notare come alcuni gesti italiani possano avere un significato diverso in altre lingue e culture. Per esempio, alla voce ‘problemi interculturali’ della scheda lessicografica relativa al far oscillare più volte verso l’alto e poi in basso una mano con le dita unite e rivolte verso l’alto, che in italiano significa “ma cosa vuoi?!”/“ma che dici?!”, si legge: «Il gesto, in Grecia, significa “ottimo”, “perfetto”, mentre in Egitto e nel mondo arabo in genere esprime la richiesta di aspettare, di avere pazienza. In Cina, infine, sta ad indicare “poca quantità”» (ivi, p. 121).

La novità del Gestibolario

Nuovo rispetto ai dizionari dei gesti italiani che si sono finora passati in rassegna è il Gestibolario (Nobili 2017a) poiché, prendendo a modello l’ex premier Renzi, raccoglie quei gesti che, seppur codificati come i simbolici, a differenza di quest’ultimi si usano solo in concomitanza al parlato (Poggi, 2006, p. 58 li ha perciò chiamati coverbali). Improntare un dizionario di gesti coverbali è più complesso del costruire un dizionario di gesti simbolici poiché dei primi «non siamo abituati a dar[e] una traduzione canonica, ed è perciò più difficile individuare il significato di ciascuno» (ivi, p. 63). Difficile, ma non impossibile.

Il gestema

Per individuare il significato letterale di un gesto coverbale, e quindi per darne una definizione lessicografica, chi scrive ha avanzato la proposta del concetto di gestema tentando così di scomporre il gesto in gestemi. Il gestema è quella parte minima di un gesto coverbale portatrice di una porzione precisa dell’intero significato del gesto (per la progressiva elaborazione teorica del concetto di gestema si veda Nobili, 2017b; 2017c; 2018c). Nel paragrafo successivo vedremo come procedere per analizzare un gesto coverbale in gestemi.

Mano al Gestibolario****: un esempio di entrata

Un’entrata del Gestibolario è il gesto eseguito con le dita di una mano unite a mazzetto, il palmo verso l’alto, nello spazio di fronte al parlante la mano viene sollevata (estratto da https://www.youtube.com/watch?v=fs1lseuQdJ0, min. 09:37, discorso di Matteo Renzi). Alla luce di tali valori, il gesto è analizzabile in due gestemi: dita di una mano unite a mazzetto “elemento unito, raccolto nel senso di concentrato”; sollevamento della mano nello spazio di fronte al parlante “tirare su qualcosa per mostrarlo”. Il gesto significa allora richiamare l’attenzione dell’ascoltatore sull’aspetto fondamentale, sul nucleo essenziale dell’argomento affrontato dal parlante.

Riferimenti bibliografici

Caon, F., Dizionario dei gesti degli italiani. Una prospettiva interculturale, Perugia, Guerra, 2010.

Diadori, P., Senza parole. 100 gesti degli italiani, Roma, Bonacci, 20034 (prima ed. 1990).

Munari, B., Supplemento al dizionario italiano, Mantova, Corraini, 1999 (prima ed. 1963).

Nobili, C., Verso il Gestibolario. Meccanismi cognitivi e comunicativi dei gesti italiani, Università Matej Bel di Banská Bystrica (Slovacchia)-Sapienza Università di Roma, Tesi di dottorato, 2017a.

Nobili, C., Un percorso di insegnamento dell’italiano in Slovacchia: alcune tappe, in “Testi e linguaggi”, 11: numero monografico L’italiano migrante (a cura di S. Lubello e C. Stromboli), Roma, Carocci, 2017b, pp. 281-291.

Nobili, C., Repertori lessicografici dei gesti italiani tra edito e inedito. Proposta del Gestibolario, in Nigrisoli Wärnhjelm, V., Aresti, A., Colella, G., Gargiulo, M. (a cura di), Edito, inedito, riedito. Saggi dall’XI Congresso degli Italianisti Scandinavi. Università del Dalarna - Falun 9-11 giugno 2016, Pisa, Pisa University Press, 2017c, pp. 299-310.

Nobili, C., De gestĭbus est disputandum: dei gusti non si può parlare, ma dei gesti sì, in “Lingua italiana”, Treccani.it, 2018a.

Nobili, C., Dalla parte del linguista: quali gesti e quali fonti per studiarli, in “Lingua italiana”, Treccani.it, 2018b.

Nobili, C., Le categorie dello spazio e del tempo nella redazione del Gestibolario italiano, in Pirvu, E. (a cura di), Il tempo e lo spazio nella lingua e nella letteratura italiana. Atti dell’VIII Convegno internazionale di italianistica dell’Università di Craiova, 16-17 settembre 2016, Firenze, Franco Cesati Editore, 2018c, pp. 173-182.

Poggi, I., Le parole del corpo. Introduzione alla comunicazione multimodale, Roma, Carocci, 2006.

Immagine: By Francesco Pierantoni (Flickr.com) [CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0)], via Wikimedia Commons