La distinzione tra nomi concreti e nomi astratti, figlia della tradizione grammaticale e scolastica, è in realtà molto più problematica (e molto meno utile) di quel che sembra o viene tramandato che sia. A parte i casi più elementari (forchetta è concreto, perché designa un referente percepibile tramite i sensi; lealtà è astratto, perché ciò che il nome indica può essere soltanto concettualizzato), astratto/concreto non si presenta come un’alternativa, ma, caso mai, come una continuità con slittamenti parziali da un estremo a un altro.

Cammino è astratto o concreto? Bisogna vedere. Il cammino verso Dio è astratto (per quanto un credente potrebbe forse figurarselo come una realtà concreta); il cammino di due ore e un chilometro che ci aspetta per arrivare in vetta è certamente più concreto che astratto (è una successione di passi e di momenti). La vacanza è più bella della quotidianità: qui vacanza è tendenzialmente un nome astratto. Questa vacanza al mare è molto rilassante individua in vacanza elementi prevalenti di concretezza.

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