Due osservazioni preliminari. Ancora, se vogliamo accentarlo per distinguerlo dall’arnese marinaresco chiamato àncora, porta sulla sillaba centrale l’accento grafico acuto e non quello grave, perché deve indicare (una volta che decidiamo di usarlo, poiché il suo impiego è facoltativo) la pronuncia chiusa della vocale O: ancóra.

La seconda osservazione riguarda il significato dell’avverbio ancora: dall’esempio riportato non si capisce bene se ad ancora e ora si attribuiscano certi significati. Non vedo l’ora in cui arriverà Francesco può avere senso soltanto se stiamo consultando il tabellone degli arrivi alla stazione ferroviaria o all’aeroporto. Vedere ha il suo significato di base, ora vuol dire ‘orario’ e perciò la frase significa che non riesco a vedere (per mia incapacità, perché qualcuno si è messo davanti a me e mi occulta la visione, perché l’orario di arrivo non è scritto sul tabellone) l’ora dell’arrivo di Francesco. Lo stesso vale anche se aggiungiamo ancora: in questo caso ancora introduce un elemento specifico che modifica e precisa il verbo nel senso di ‘per ora, per il momento’ e possiamo collocarlo in questo modo: non vedo ancora l’ora in cui arriverà Francesco (non ci riesco per mille motivi, perché sono lontano dal tabellone, ma poi mi avvicinerò e forse vedrò meglio ecc.). Possiamo altresì anticpiare la collocazione di ancora ad inizio frase, in questo modo: ancora non vedo l’ora in cui arriverà Francesco. Questo tipo di collocazione è più caratteristico dell’italiano parlato a Roma, ma non è più che una coloritura locale (è accettabile, insomma).

Il problema nascerebbe a monte, con o senza ancora se si intendesse vedere e ora come parte del verbo fraseologico non vedere l’ora ‘desiderare fortemente’, che non regge il pronome relativo (in cui sarebbe riferibile soltanto a ora e non all’intero costrutto), ma la preposizione di seguita da verbo all’infinito (non vedo l’ora di riabbracciarti, non vedevo l’ora di tornare a casa) o la congiunzione che se il soggetto della dipendente è diverso (non vedo l’ora che torni la mamma).