Il nostro lettore, che ci segue con gentile assiduità – e di ciò lo ringraziamo –, ha un’acuta sensibilità linguistica e, tutto sommato, si risponde correttamente da solo. La nostra lingua è ricca di locuzioni vuote (cioè puramente grammaticali), per quanto esse costituiscano una classe chiusa (non sono cioè espandibili all’infinito). Ad ogni modo e in ogni modo nell’accezione di ‘comunque’ sono praticamente sovrapponibili. La scelta è davvero una scelta di stile. Nonostante l’uso della d eufonica non sia necessario a rigor di suono (per dir così), in ad ogni modo nulla ci ha mai disturbato. Lo documenta anche la larga messe di attestazioni nella letteratura italiana pre-novecentesca.

Una ricerchina su Google Ngram Viewer (strumento utile per farsi un’idea approssimativa) ci mostra come, dal 1800 a oggi, in testi stampati, di in ogni modo fino agli anni Sessanta del Novecento siano presenti un quarto in meno delle occorrenze di ad ogni modo. Poi, a partire dagli anni Venti del Novecento, decrescono le attestazioni di ad ogni modo fino a pareggiare quelle di in ogni modo negli anni Ottanta. Nell’ultimo ventennio del secolo, si consuma la rimonta di in ogni modo (non una locuzione dell’ultima ora: è attestata sin dalla fine del Quattrocento), che sorpassa la locuzione concorrente all’inizio del nuovo secolo (e millennio).

Un’altra conferma viene dall’archivio on line del quotidiano «La repubblica»: dal 1984 a oggi, si registrano circa 5.800 attestazioni di ad ogni modo, contro le 8.300 di in ogni modo.