Nel primo caso, l’uso della negazione prima del verbo sapere ‘essere a conoscenza’ seleziona l’uso preferenziale del congiuntivo (imperfetto), impeccabile in una modalità medio-formale di comunicazione. Il presente sei ha una forte pezza d’appoggio nell’attrazione della grammatica verso la sfera della realtà (sappiamo che il nostro interlocutore è effettivamente spagnolo): è un uso medio-informale. Eri rappresenta la scelta più marcata in senso colloquiale-informale: si tratta di un imperfetto epistemico, che instaura una serie di relazioni nascoste tra il pensato e la realtà: non sapevo, prima, che tu non fossi spagnolo, pensavo che tu fossi italiano, invece…

Nel caso del futuro: io parlo oggi e dico che ieri o anche poco prima di ora non sapevo che domani saresti venuto; imperfetto con coloritura epistemica, con quel sapevo segnala un’incertezza, una condizione precaria del pensiero nel presente: ciò autorizza in un uso medio-informale l’impiego del futuro semplice (verrai); *non sapevo che domani fossi venuto è fantascienza grammaticale.

Il terzo uso è corretto, si tratta di un presente esperienziale, in dipendenza di un verbo del dire, che non seleziona di norma il congiuntivo (se ci fossero dubbi in proposito).

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