Giancarlo Todisco

L'espressione occhio alla penna!, di origine marinaresca, viene propriamente usata come richiamo al timoniere di una imbarcazione a vela, perché faccia attenzione al «punto di penna», che è il primo a fileggiare quando la vela non porta bene, e quindi a non farsi sorprendere da un salto di vento. Con riferimento all'attrezzatura navale, infatti, il sostantivo femminile penna indica l'estremità superiore delle antenne e dei picchi che sostengono vele latine o auriche. Passando dal linguaggio marinaresco al linguaggio comune, questa espressione ha acquisito un significato estensivo e viene usata come invito generico a fare attenzione. In analoghi contesti, con il medesimo significato e con la medesima funzione esortativa, si può ricorrere anche a una diversificata varietà di esclamazioni (all'erta!, in guardia!, occhio!).Tra le attestazioni lessicografiche della nostra espressione, particolarmente interessanti, anche perché ne propongono una variante interpretativa, sono quelle documentate nel Vocabolario marino e militare di Alberto Guglielmotti  (1889), alla voce occhioOcchio alla penna! Avviso di por mente al pennello del mostravento per ben governarsi nella navigazione, sia reale, sia figurata»), alla voce pennaPenna, talvolta per Pennello: onde nel fraseggio, Occhio alla penna, trovi lo stesso che Occhio al pennello») e alla voce pennello («Bandaruola che mostra la qualità del vento […] Strumento fatto di leggerissime penne, messo in luogo aperto sui bastimenti per conoscere la direzione del vento. [...] Indi la frase: Occhio al pennello, o alla penna, che significa Vigilanza ad ogni mutazione di vento di fortuna, e simili»).