Se una parola non è presente nell'Enciclopedia o nel Vocabolario della Treccani, non è detto che non esista e che, magari, non abbia i suoi buoni diritti ad essere usata. Un Vocabolario non contiene tutto il patrimonio lessicale di una lingua.

Talvolta, come nel caso che ora viene proposto, siamo in presenza di un vocabolo tipico di un ambiente specifico, di probabile origine regionale o dialettale (quest'ultimo elemento sembra suggerito dalla d intervocalica, invece della t) e di uso, almeno in origine, popolare (questo fatto sarebbe testimoniato dal suffisso femminile -tora in luogo di -trice). In origine, in certe zone d'Italia e in locali come trattorie, osterie, locande, la panadora avrà indicato, con ogni probabilità, il mobile con ribaltina per tenere e tagliare il pane da servire in tavola agli avventori.

Qui proponiamo la definizione fornita da un professionista alberghiero:

«La Panadora, detta anche stazione di servizio (consolle) è un particolare mobile dove viene messo tutto il necessario per svolgere il servizio giornaliero. È sistemata in una parte precisa del rango, solitamente vicino a colonne o a porte secondarie, per non intralciare il servizio e il passaggio dei clienti. A seconda delle dimensioni, in essa si possono sistemare: tovaglie, tovaglioli, coprimacchia, posate, bicchieri, piatti, caraffe, il necessario per comporre il ménage, fingerbowl (chiamato anche "lavadita", oggi sostituito dalla conosciutissime salviette al limone), carte delle vivande, liste dei vini, cavatappi, penne, blocchetti per le ordinazioni».

Va accertato quanto, in quali zone d'Italia e in quali tipi di locali il termine attualmente sia diffuso. E se sia o no esclusivamente una voce di “gergo” alberghiero, diffusa soltanto tra gli operatori del settore.

In tal senso, i lettori stessi di questa nota potrebbero inviarci le loro osservazioni in merito, se fossero in possesso di qualche elemento più preciso.