a cura di Enzo Caffarelli

Asfalto. Sinonimo di bitume, ricorda una sostanza che galleggiava sulle acque del Mar Morto, un tempo chiamato anche lacus Asphalticus.
Attico. All’origine è l’Attica, regione greca, in quanto la costruzione sopraelevata e, quando possibile, sorretta da colonne, risponde ai dettami dell’architettura attica.
Baionetta. Cosiddetta perché costruita dagli armaioli di Bayonne, cittadina pirenaica.
Baldracca. Da Bagdad, considerata una sorta di nuova Babilonia, regno di confusione materiale e morale; il toponimo è attestato nel fiorentino medievale come Baldacca.
Benzina. Da benzoino, nome di olii profumati d’origine asiatica, documentato anche come belgiuino, benzoé, bengiuì, dall’arabo (lu)ban giawi ‘incenso di Giava’.
Beota. L’uscita in -ota ha assunto valore spregiativo, forse per analogia con idiota, al cui significato si collega questo etnico della greca Beozia, se pur terra natale di Esiodo, Pindaro e Plutarco.
Bungalow. Inglese, corrisponde all’indostano Bangla, ossia ‘del Bengala’ dove sono tipiche le casette a verande usate sopratuttutto dai coloni europei. Da Bengala anche il nome del fuoco d’artificio o candelotto illuminante.
Calembour. Ossia gioco di parole. Il nome corrisponderebbe a quello dell’Abate di Calemberg, ambasciatore di un principe tedesco alla corte di Luigi XV, che storpiava la lingua francese.
Camorra. Discende probabilmente, attraverso lo spagnolo, dalla città biblica di Gomorra con valore negativo intermedio di ‘vizio, malaffare, delinquenza, malavita’ (da Gomorra viene sicuramente gonorrea).
Canarino. È aggettivo relativo alle Isole Canarie, così chiamate dai Romani per le grandi dimensioni dei cani che vi furono trovati.
Chinotto. L’essenza di questo piccolo agrume aspro e il corrispondente albero si ritenevano cinesi, e China era detta fino all’Ottocento la Cina (lo stesso vale per china ‘inchiostro scuro’).
Cottolengo. Ricovero per persone gravemente disabili, ma anche epiteto ingiurioso nella lingua comune, era il cognome del fondatore dell’ospizio per incurabili don Giuseppe Bernardo Cottolengo, a sua volta dal toponimo bresciano Gottolengo.
Cravatta. Risale all’uso dei reggimenti di cavalleria croati di cingersi il collo con una striscia di tessuto colorato; attraverso il tedesco dialettale krawat per kroate e il francese cravate.
Dollaro. Variante di tallero, che di per sé vale ‘vallese’, in quanto la moneta fu coniata per la prima volta con l’argento delle miniere di Skt. Joachimsthal (Valle di S. Gioachino, in Boemia); l’aggettivo corrispondente è joachimsthaler.
Fagiano. L’uccello denominato Phasianus Colchicus prende nome dalla Faside (e della Colchide con cui confina), in Asia Minore.
Faro. Dalla piccola isola di Pharos, non lontana da Alessandria d’Egitto, dove il faraone Tolomeo II Filadelfo fece costruire una torre di segnalazione per le navi, alta 180 metri e rivestita di marmo.
Galleria. Da galeria, variante del latino medievale galilea, dall’omonima regione della Palestina, per indicare il portico o vestibolo davanti alla chiesa degli edifici monastici.
Grimaldello. All’origine è il nome longobardo Grimaldo, oggi sopravvissuto in cognomi e toponimi; ma non è certo che un fabbro o uno scassinatore con tale nome sia mai esistito.
Grisù. Il nome proveniene dal francese feu grégeois, per il confronto tra la miscela esplosiva e il fuoco greco, la temibile arma navale menzionata già da Tucidide.
Indaco. Dalla sostanza azzurrina estratta dalla Indigofera tinctoria, pianta indiana; anche altri colori derivano da toponimi, come turchese e bordò.
Jeans. Nell’inglese del Cinquecento Jean, Jene, Gennes indicavano Genova, da cui proveniva un tessuto di cotone utilizzato poi soprattutto per fabbricare robusti calzoni per i cercatori d’oro del Nord America (oggi il tessuto dei jeans è detto denim, ossia de Nîmes, la città francese).
Maiolica. Dall’isola di Maiorca nelle Baleari, dove gli Arabi svilupparono la lavorazione di ceramiche di terra cotta smaltate.
Magnesio. Dalla città di Magnesia, oggi Manisa in Turchia.
Polena. La base è Polonia, attraverso il francese poulaine; infatti le scarpe medievali dette polacche erano ricurve e a punta, come la prua dei velieri ornata da una figura lignea, la polena.
Pullman. L’industriale americano George Mortimer Pullman nell’Ottocento inventò le carrozze ferroviarie di lusso; la denominazione si trasferì poi alle grandi vetture su gomma.
Rimmel. L’azienda del profumiere londinese Eugene Rimmel registrò la marca del cosmetico per le ciglia.
Rugby. Il gioco della palla ovale fu inventato dagli studenti dell’Università di Rugby, nel Warwickshire.
Sassofono. Dall’inventore, il belga Antoin-Joseph (detto anche Adolph) Sax.
Sfregio. Da fregio ‘fascia decorativa’, ma ancor prima ‘stoffa intessuta d’oro’, alla maniera degli abitanti della Frigia.
Sindone. È uno dei tanti derivati di India, per dire in questo caso ‘lenzuolo di lino con cui avvolgere i morti’.
Stentoreo. Dall’eroe omerico Stentore il cui grido di guerra si considerava pari a quello di cinquanta uomini. Vale dunque ‘forte, squillante’ e non il contrario, come ritenuto da qualcuno per accostamento a stentato.
Stronzio. Il metallo alcalo-terroso, presente anche nelle acque minerali che beviamo, ha nome da Strontion, località mineraria scozzese.
Susina. Il nome risale alla città persiana di Susa. Peraltro anche pesca deriva da un aggettivo toponimico, ossia persica ‘della Persia’.
Tabarin. Il locale che ospita un certo tipo di varietà, popolarissimo nella prima metà del Novecento, trae il nome da Salomon Tabarin, personaggio farsesco reso popolare, nel Seicento, in particolare dall’attore francese Girard.
Topazio. Il cristallo giallo prende nome dall’isola di Tòpazos nel Mar Rosso, da cui provenivano un tempo le preziose pietre.
Zampirone. Il conetto che brucia e allontana le zanzare fu messo a punto negli anni 30 del XX secolo dal dottor Zampironi, che i parlanti interpretano erroneamente come plurale di zampirone.