di Giuseppe Patota*

Negli anni in cui la televisione cominciò a entrare nelle case degli italiani, la lingua italiana venne trattata con molto rispetto. Peraltro già prima dell’avvento della televisione, nel 1939 l’Eiar, l'ente radiofonico di Stato, aveva pubblicato un Prontuario di pronunzia e di ortografia per gli annunciatori radiofonici. Trent’anni più tardi, quando la televisione era ormai diventata un elettrodomestico comune, la Rai pubblicò un prontuario ben più ampio, curato da tre linguisti di fama, Bruno Migliorini, Carlo Tagliavini e Piero Fiorelli: il DOP. Dizionario d'ortografia e di pronunzia, di cui recentissimamente (2010) è uscita una nuova edizione multimediale riveduta, aggiornata e accresciuta dallo stesso Fiorelli e da Tommaso Francesco Borri e curata da Renato Parascandolo.

Antica vocazione pedagogica della Rai

Torniamo alle origini. Nei primi anni della sua esistenza, la televisione pubblica s’impegnò moltissimo a diffondere un modello di lingua “bene educata”. I conduttori di trasmissioni molto popolari, seguite nel corso degli anni da milioni d'italiani, come Lascia o raddoppia, Campanile sera, Il musichiere, Chissà chi lo sa? e altre, si preoccuparono sempre di utilizzare un italiano parlato che non scadesse ai livelli più bassi della spontaneità senza controllo. Ma, più che questo, in questa sede importa segnalare che la vocazione pedagogica della Rai nel campo dell’insegnamento dell’italiano ha creato delle trasmissioni che hanno fatto storia, non solo nel campo televisivo, ma anche in quello storico-linguistico e sociolinguistico. La più famosa di tutte è stata Non è mai troppo tardi, prodotta dalla Rai con il sostegno del Ministero della Pubblica Istruzione e mandata in onda dal 1960 al 1968, anno in cui poté essere sospesa grazie all’aumento della frequenza alla scuola dell’obbligo. Condotta dal bravissimo Alberto Manzi, questa trasmissione ha contribuito a diffondere la conoscenza dell’italiano fra molti italiani che non erano andati a scuola, non sapevano né leggere né scrivere ed erano in grado di esprimersi solo in dialetto.

Dopo Non è mai troppo tardi venne il tempo di Parola mia, un gioco televisivo sulla lingua italiana condotto da Luciano Rispoli e “arbitrato” da Gianluigi Beccaria, che ebbe, negli anni Ottanta del Novecento, uno straordinario successo di pubblico e di critica.

Nuovo millennio In Italia

Nel nuovo millennio la vocazione pedagogica della Rai è stata raccolta dalla linea editoriale creata all’interno di Rai Educational da Isabella Donfrancesco, e in particolare da due programmi: In Italia e Cantieri d’Italia.

Il primo è un programma avviato nel 2007 (attualmente è in corso di realizzazione la quarta serie, che andrà in onda nell’autunno del 2011) da Rai Educational in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione con l’obiettivo di diffondere aspetti della storia, della geografia, della società civile e finalmente della lingua italiana fra i lavoratori stranieri stabilmente residenti in Italia. Il programma è una docufiction (la parola macedonia rende bene il carattere composito di questo esperimento, a metà fra il documentario e la fiction) che ha per protagonista la famiglia Ba, una famiglia “allargata” di cittadini stranieri che nel corso delle prime quaranta puntate (corrispondenti, rispettivamente, alla prima e alla seconda serie) viaggiano in venti città della provincia italiana e in venti capoluoghi di regione e poi, nelle altre quaranta (corrispondenti alla terza e alla quarta serie), proseguono la loro vita nella casa che finalmente sono riusciti a darsi: “casa Ba”. Il prodotto di cui qui si tratta è un vasto insieme di materiali didattici di supporto che gli insegnanti di italiano L2 possono efficacemente utilizzare per corsi di lingua e cultura italiana destinati a stranieri adulti e giovani adulti. Oltre alla docufiction, infatti, il programma comprende varie rubriche, da quella più specificamente linguistica e grammaticale (Le parole dell’italiano) ad altre dedicate alla cultura, alla storia, alla geografia, alla Costituzione, alla società italiane. I contenuti linguistici e comunicativi descritti nelle quattro serie raggiungono il livello B1 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue, il documento del Consiglio d’Europa che definisce i parametri che identificano i livelli di competenza che tutti coloro che imparano una lingua straniera attraversano durante le varie fasi di apprendimento.

Dalla tv al videostreaming

Il secondo programma, Cantieri d’Italia, realizzato da Rai Educational nel 2010 in collaborazione con il Ministero dell’Interno, può considerarsi un corso di livello iniziale di lingua italiana a tutti gli effetti. Occorre dire meglio: può considerarsi anche, non solo un corso di lingua italiana, perché anche Cantieri d’Italia, come In Italia, mette a disposizione di docenti e apprendenti non solo materiali relativi alla lingua, ma anche materiali relativi alla cultura italiana e per l’educazione alla cittadinanza attraverso due rubriche intitolate Vocabolario Visivo e Vivere in Italia.

Sia In Italia sia Cantieri d’Italia dispongono di un sito web dedicato: un sito-vetrina che contiene, fra l’altro, il videostreaming e i testi (scaricabili) di tutti i prodotti televisivi, presenta un inventario completo dei materiali proposti, fornisce informazioni di servizio e collegamenti utili, propone centinaia di esercizi on line sulla lingua italiana. Col che, come si può vedere, entriamo in un altro campo: quello dell’insegnamento e dell’apprendimento dell’italiano non attraverso i media tradizionali ma attraverso i nuovi media, internet in primo luogo. Ma questa, come si dice, è un’altra storia. Qui importa segnalare altro: e cioè che la famosa “questione della lingua”, per secoli al centro del dibattito intellettuale italiano, neppure oggi può considerarsi esaurita, ma solo mutata nei termini, nei contenuti e negli obiettivi. La sua versione attuale (che potremmo definire la “nuovissima questione della lingua”, visto che Pier Paolo Pasolini, nella prima metà degli anni Sessanta del Novecento, parlò di quella “nuova”) s’identifica soprattutto nel problema che segue: come favorire la conoscenza e la diffusione della lingua italiana, premessa di qualunque possibile integrazione, tra gli stranieri che contribuiscono alla crescita economica (e anche demografica) del nostro Paese? In Italia e Cantieri d’Italia rappresentano due tentativi importanti di rispondere a questa impegnativa domanda.

Riferimenti bibliografici e sitografici

AA. VV. 2008 = AA. VV., Gli italiani del piccolo schermo, a cura di Gabriella Alfieri e Ilaria Bonomi, Firenze, Cesati.

Consiglio d’Europa 2002 = Quadro comune europeo di riferimento per le lingue, Milano, La Nuova Italia (trad. ital. di Council of Europe, Common European Framework for Languages: Learning, Teaching, Assessment, Council for Cultural Co-operation. Education Committee. Modern Languages Division, Strasbourg, 2001).

Rai Radiotelevisione Italiana, DOP. Dizionario italiano multimediale e multilingue d’ortografia e di pronunzia, redatto in origine da B. Migliorini, C. Tagliavini, P. Fiorelli, riveduto, aggiornato, accresciuto da P. Fiorelli, T. F. Bórri. Edizione multimediale a cura di R. Parascandolo, Rai-Eri, Roma, 2010.

www.cantieriditalia.rai.it

*Giuseppe Patota (Napoli, 1956) è professore ordinario di Storia della lingua italiana presso l’Università degli Studi di Siena-Arezzo. È membro del direttivo dell’ASLI (Associazione per la Storia della Lingua Italiana) e direttore scientifico del Grande Dizionario Italiano Garzanti. Ha al suo attivo circa ottanta pubblicazioni, alcune delle quali pubblicate anche all'estero, dedicate in particolare alla lingua letteraria italiana sette-ottocentesca, alla sintassi storica dell’italiano, alla storia della grammatica italiana e alla didattica dell’italiano antico e moderno, sia per italiani sia per stranieri. Insieme a Valeria Della Valle ha pubblicato vari testi divulgativi, tra i quali il “best seller” Viva il congiuntivo! (Milano, Sperling & Kupfer, 2009) e il recentissimo Viva la grammatica! (Milano, Sperling & Kupfer, 2011).