Una relazione produttiva, in termini di didattica e dunque di apprendimento, può e deve legare educazione linguistica ed educazione letteraria, formazione scolastica umanistica, autonomia critica e coscienza civile. Si tratta di temi e di nodi non nuovi: un grande dibattito si aprì negli anni Settanta del Novecento; un dibattito che portò ad acquisizioni teoriche importanti, in qualche modo rifluite anche nella cornice dei programmi scolastici. Ma il dibattito – segnala Cristina Lavinio in questo Speciale – si è arenato e i programmi  sono pieni più di ombre che di luci, mentre il nodo delle “competenze” non può essere sciolto nella sola rivendicazione di una dimensione utilitarista. Intanto, intorno, il mondo è cambiato e continua a cambiare: l'intermedialità, la smaterializzazione delle scritture, la nascita di figure di giovani consumatori e insieme produttori di nuovi testi che nulla hanno a che vedere con quanto entra nelle aule scolastiche pongono problemi complessi, ma spalancano anche, come sottolinea Paolo Giovannetti, inedite possibilità per il didatta. Che però deve essere formato adeguatamente all'inizio come anche nel corso della sua attività. Contributi di Luca Cignetti, Paolo Giovannetti, Simone Giusti, Cristina Lavinio, Wolfgang Sahlfeld, Natascia Tonelli.