Autunno

ADRIANO GRANDE

       

       Autunno la tua musica!
       Un’uguale dolcezza in me discende
       a quella che t’avvolge, o età dell’anno
       che scendi a morte con mesta allegrezza.
5        Concedi ch’io mi accordi sui tuoi flauti.
       Prestami una tua forma.
       Dammi i tuoi frutti accesi:
       una vite arrossata; od una pergola
       dove io mi stenda e dorma.
10      Mi cullassero i rami d’una quercia,
       nei tuoi profumi passeggeri e blandi
       si placassero, come a un oppio nuovo,
       l’aspro pensiero teso,
       il vivere penoso
15      e l’obbedire inutili comandi.


Commento

Il canto disteso di Adriano Grande, poeta lontano dalle esperienze del futurismo e dell’ermetismo e ispirato a una visione della natura calma e serena, benché nutrita di segnali non sempre lieti della memoria, anche in questi versi giovanili (da La tomba verde) rivela le proprie doti di “classico moderno” nella contemplazione dell’autunno, della sua musica, dei suoi frutti accesi, dei suoi profumi che possano far dimenticare le pene quotidiane e della sua mesta allegrezza nello “scendere a morte”.
ADRIANO GRANDE

ADRIANO GRANDE

Adriano Grande (Genova 1897 - Roma 1972) fa parte della linea dei poeti liguri che nel primo dopoguerra inaugurano la nuova poesia italiana. Quasi autodidatta, fa molti mestieri e professioni. Giornalista, fonda e dirige riviste letterarie, fra cui Circoli (1931), prima della sua involuzione ideologica fascista, e Maestrale (1940). Nel 1926 pubblica il suo primo volume di poesie, Avventure (1926 e 1966), cui fa seguito una ricca produzione: La tomba verde (1929, 1966 e 2003); Nuvole sul greto (1933); Alla pioggia e al sole (1936); Poesie in Africa (1938); Strada al mare (1943); Fuoco bianco (1950); Preghiera di primo inverno (1951); Canto a due voci (1954); Consolazioni (1955); Avventure e preghiere, scelta (1955); Su sponde amiche (1958); Stagioni a Roma (1959); Acquivento (1962). Fra le prose, La legione Parini da Sabaudia a Diredaua, diario di guerra (1938); Ritratto di Genova (1940); Ritratti (1941); Andrei, l’onesto (romanzo, 1970). Per il teatro, Faust non è morto (1935). Dal 1934 vive a Roma. Negli ultimi anni, come pittore naïf, partecipa con successo a varie esposizioni internazionali.

Scelta, parafrasi, commento e note bio-bibliografiche a cura di Gigi Cavalli