Rondinella pellegrina
TOMMASO GROSSI
Rondinella pellegrina
che ti posi in sul verone,
ricantando ogni mattina
quella flebile canzone,
5 che vuoi dirmi in tua favella,
pellegrina rondinella?
Solitaria nell’oblio,
dal tuo sposo abbandonata,
piangi forse al pianto mio
10 vedovetta sconsolata?
Piangi, piangi in tua favella,
pellegrina rondinella.
Pur di me manco infelice
tu alle penne almen t’affidi,
15 scorri il lago e la pendice,
empi l’aria de’ tuoi gridi,
tutto il giorno in tua favella
lui chiamando, o rondinella.
Oh se anch’io... Ma lo contende
20 questa bassa e angusta volta,
dove sole non risplende,
dove l’aria ancor m’è tolta,
donde a te la mia favella
giunge appena, o rondinella.
25 Il settembre innanzi viene
e a lasciarmi ti prepari:
tu vedrai lontane arene,
nuovi monti, nuovi mari
salutando in tua favella,
30 pellegrina rondinella:
ed io tutte le mattine
riaprendo gli occhi al pianto,
fra le nevi e fra le brine
crederò d’udir quel canto,
35 onde par che in tua favella
mi compianga, o rondinella.
Una croce a primavera
troverai su questo suolo.
Rondinella, in su la sera
40 sovra lei raccogli il volo:
dimmi pace in tua favella,
pellegrina rondinella.
Parafrasi
Commento
TOMMASO GROSSI
Tommaso Grossi (Bellano, Como, 1790 - Milano 1853) si laurea in legge nel 1810 e si trasferisce a Milano. Nel 1815 scrive la Prineide, satira politica in sestine di endecasillabi in dialetto milanese sul malgoverno della Lombardia sotto l’imperatore austriaco Francesco I; benché anonima, questa risveglia l’interesse della polizia. Divenuto amico di Carlo Porta e della cerchia dei poeti romantici, e poi di Alessandro Manzoni, nella cui casa andrà ad abitare stabilmente, compone altre novelle in versi come La fuggitiva, in milanese (1816) e poi in italiano, l’Ildegonda (1820) e Ulrico e Lida (1837) e il romanzo-poema storico I Lombardi alla prima crociata (1826) a cui si ispirerà Giuseppe Verdi per il suo melodramma (1843). Tra il 1831 e il 1834 scrive il romanzo storico Marco Visconti, di immediato e duraturo successo, che poi ispira, fra l’altro, un “melodramma tragico” di Errico Petrella (1854), due film diretti da Mario Caserini (1909) e da Mario Bonnard (1941) e uno sceneggiato televisivo diretto da Anton Giulio Majano (1975). Nel 1838, dopo le nozze, abbandonata la letteratura, si dedica con successo alla professione di notaio. Nel 1848 redige con un collega il documento di annessione della Lombardia al Piemonte; dopo un breve esilio a Lugano in seguito alla sua adesione al movimento rivoluzionario, può riprendere la professione a Milano.Scelta, parafrasi, commento e note bio-bibliografiche a cura di Gigi Cavalli