Liggiadra donna

NERI MOSCOLI

       

       Liggiadra donna, tanto ardente foco
       non s’accese già mai en alcun core
       quant’io per vostro onore
       ve tegno ascoso, semblandome poco.
5        Tant’è ’l desio amoroso d’amare,
       donna, voi senza pare,
       che non porréa montare
       tanto l’opera mai che fosse pare.
       Né mi fuoron de ciò mai pene amare,
10      ma dolcissime e care,
       perché son volontare,
       e delletto me dà per voi penare;
       onde ciò che me ven da cotal loco,
       emmaginando el vostro alto valore,
15      prendo, grazia d’Amore,
       per vago molto e dellettevol gioco.


Parafrasi

Donna leggiadra, nessun cuore si accese mai d’un fuoco tanto ardente quanto quello che io vi tengo nascosto, per salvaguardare il vostro onore, giacché mi sembra inadeguato (rispetto ai vostri meriti). Tale è il (mio) desiderio amoroso di amarvi, o donna senza pari, che non potrei elevare la mia opera tanto da poterne raggiungere l’intensità. Eppure da questo non mi sono derivate sofferenze amare, bensì dolcissime e graditissime, perché sono volontarie, e il soffrire per voi mi dà piacere; quindi tutto quello che mi deriva da questa condizione (di amante non ricambiato), se penso al complesso delle vostre alte qualità, io, grazie ad Amore, lo accolgo come una gioia molto bella e piacevolissima.

Commento

Questa ballata di endecasillabi e settenari, giocata su tre sole rime (-oco, -ore, -are), riafferma il concetto dell’amore non corrisposto, ma tanto ardente da giungere al punto d’essere tenuto nascosto perché considerato non abbastanza all’altezza del valore della donna amata. Se accettato volontariamente, alla fine questo dolore rende felice.

NERI MOSCOLI

Neri o Nerio Moscoli (Città di Castello, Perugia, fine del XIII sec. - Perugia? inizio del XIV sec.), di nobile famiglia, è il maggiore dei tre rimatori “realistici” perugini del Trecento, accanto a Marino Ceccoli e a Cecco Nuccoli. Di lui ci sono pervenuti 111 sonetti, due canzoni e questa ballata. Vi si riconosce la vicinanza ai modi e ai temi del Dolce stil novo, in particolare alla poesia di Guido Cavalcanti e - per una corona di sette sonetti - alle “rime petrose” di Dante.

Scelta, parafrasi, commento e note bio-bibliografiche a cura di Gigi Cavalli