Voi ch’avete mutata la mainera

BONAGIUNTA ORBICCIANI

       

       Voi ch’avete mutata la mainera
       de li piagenti ditti de l’amore
       de la forma dell’esser là dov’era,
       per avansare ogn’altro trovatore,
5        avete fatto como la lumera,
       ch’a le scure partite dà sprendore,
       ma non quine ove luce l’alta spera,
       la quale avansa e passa di chiarore.
       Così passate voi di sottigliansa,
10      e non si può trovar chi ben ispogna,
       cotant’è iscura vostra parlatura.
       Ed è tenuta grave ’nsomilliansa,
       ancor che ’l senno vegna da Bologna,
       traier canson per forsa di scritura.


Parafrasi

Voi, che avete cambiato la maniera poetica dei piacevoli discorsi sull’amore allontanandola dalla sua forma naturale per superare tutti gli altri trovatori, avete fatto come il lume che fa risplendere le parti più oscure, ma non qui (in Toscana) dove brilla la sorgente più luminosa, che (tutto) supera e sovrasta con il suo chiarore (forse con allusione al poeta Chiaro Davanzati). Così voi esagerate in sottigliezza, e non si può trovare chi sia in grado di spiegare chiaramente, tanto è oscuro il vostro discorso. Ed è considerata una grave stravaganza, benché il senno venga da Bologna, comporre una canzone a colpi di formule scritturali.

Commento

Con questo sonetto Bonagiunta da Lucca inizia, con garbato sarcasmo, una tenzone con Guido Guinizzelli, il primo rappresentante del “dolce stil novo”, la cui canzone programmatica Al cor gentil è da lui considerata troppo difficile, filosofeggiante, tradotta in concetti oscuri e incomprensibili nonostante provengano dalla tradizione dotta dell’università di Bologna. In realtà Bonagiunta coglie acutamente l’elemento di maggior rottura portato da poeti come Guinizzelli e Cavalcanti rispetto ai siciliani, a lui e a Guittone d’Arezzo, e cioè un’analisi psicologica dell’amore più approfondita, ispirata a una cultura filosofica intellettualmente superiore. Nel poema dantesco, però, il personaggio Bonagiunta riconoscerà la superiorità della nuova scuola, offrendo a Dante (Purg. XXIV, 52-54) l’occasione per manifestare la propria idea di poetica (I’ mi son un che, quando / Amor mi spira, noto, e a quel modo / ch’e’ ditta dentro vo significando).

BONAGIUNTA ORBICCIANI

Bonagiunta Orbicciani (Camaiore, Lucca, 1220 circa - 1290 circa), notaio e poeta, contribuisce, verso la metà del XIII secolo, a trasportare in ambiente toscano le forme provenzaleggianti della poesia siciliana; anzi - secondo una famosa definizione di Gianfranco Contini - è “l’autentico trapiantatore dei modi siciliani in Toscana”. Nel Purgatorio di Dante è considerato l’antagonista della poetica del dolce stil novo (proprio a lui si deve, nel passo dantesco, la definizione del movimento poetico). La sua produzione comprende 11 canzoni, 5 ballate, 2 discordi e 18 sonetti.

Scelta, parafrasi, commento e note bio-bibliografiche a cura di Gigi Cavalli