Proiezione al "Nuovo" di "Roma città aperta"
PIER PAOLO PASOLINI
Ma che colpo al cuore quando, su un liso
cartellone... Mi avvicino, guardo il colore
già d’un altro tempo, che ha il caldo viso
ovale dell’eroina, lo squallore
5 eroico del povero, opaco manifesto.
Subito entro: scosso da un interno clamore,
deciso a tremare nel ricordo,
a consumare la gloria del mio gesto.
Entro nell’arena, all’ultimo spettacolo,
10 senza vita, con grigie persone,
parenti, amici, sparsi sulle panche,
persi nell’ombra in cerchi distinti
e biancastri, nel fresco ricettacolo...
Subito, alle prime inquadrature,
15 mi travolge e rapisce... l’intermittence
du coeur. Mi trovo nelle scure
vie della memoria, nelle stanze
misteriose dove l’uomo fisicamente è altro,
e il passato lo bagna col suo pianto...
20 Eppure, dal lungo uso fatto esperto,
non perdo i fili: ecco... la Casilina,
su cui tristemente si aprono
le porte della città di Rossellini...
Ecco l’epico paesaggio neorealista,
25 coi fili del telegrafo, i selciati, i pini,
i muretti scrostati, la mistica
folla perduta nel daffare quotidiano,
le tetre forme della dominazione nazista...
Quasi emblema, ormai, l’urlo della Magnani,
30 sotto le ciocche disordinatamente assolute,
risuona nelle disperate panoramiche,
e nelle sue occhiate vive e mute
si addensa il senso della tragedia.
è lì che si dissolve e si mutila
35 il presente, e assorda il canto degli aedi.
Parafrasi
15-16 l’intermittence du coeur: allude al fenomeno psicolo- gico subconscio che, nella Ricerca del tempo perduto di Marcel Proust, fa riaffiorare nelle scure vie della memoria antiche sensazioni dell’infanzia.
26 mistica: ricordo della “mistica fascista” mussoliniana.
30 assolute: ‘sciolte’, e anche fissate in un’immagine quasi religiosa.
31 panoramiche: nel linguaggio cinematografico, riprese ottenute facendo ruotare o inclinare sul proprio asse la macchina da presa, o la telecamera.
35 assorda ... aedi: la realtà, tragica come quella cantata degli antichi poeti-profeti, si fa assordante e universale.
Commento
PIER PAOLO PASOLINI
Pier Paolo Pasolini (Bologna 1922 - Ostia, Roma, 1975) vive da ragazzo in varie cittadine dell’Italia Settentrionale, e poi a Casarsa della Delizia (Pordenone) con la madre, friulana, e pubblica nel dialetto materno Poesie a Casarsa (1942, poi in La meglio gioventù, 1954). Insegnante di scuola media, militante comunista, sospeso dall’insegnamento ed espulso dal partito con l’accusa di corruzione di minorenni, si trasferisce a Roma ove è in contatto con il vitalismo del sottoproletariato, cui dedica i romanzi Ragazzi di vita (1955) e Una vita violenta (1959), che gli valgono un processo per pornografia, benché gran parte del mondo intellettuale ne difenda l’ispirazione che coniuga marxismo e spiritualità cristiana, in un provocatorio rifiuto del mondo neocapitalista e borghese. Tra i volumi di versi (raccolti, postumi, in Bestemmia (1993; il titolo è suo) spiccano Le ceneri di Gramsci (1957, premio Viareggio, e 1981); L’usignolo della Chiesa Cattolica (1958 e 1976), La religione del mio tempo (1961); Poesia in forma di rosa (1964); Trasumanar e organizzar (1971), La nuova gioventù (1975). Tra le altre opere narrative è Petrolio (postumo, 1992 e 2005). Vigoroso cineasta (tra i film: Accattone, 1961; Mamma Roma, 1962; La ricotta, 1963; Il vangelo secondo Matteo, 1964; Teorema, 1968; Il Decameron, 1971; Salò e le 120 giornate di Sodoma, 1975) e autore teatrale (fra l’altro di Orgia, 1968 e Affabulazione, postuma, 1977), è anche saggista letterario (come in Passione e ideologia, 1960 ed Empirismo eretico, 1972) e politico (come in Scritti corsari, 1975). Nel 1975 è trucidato di notte, in circostanze rimaste oscure, sul litorale di Ostia.Scelta, parafrasi, commento e note bio-bibliografiche a cura di Gigi Cavalli