Forse è un segno vero della vita:
intorno a me fanciulli con leggeri
moti del capo danzano in un gioco
di cadenze e di voci lungo il prato
5
della chiesa. Pietà della sera, ombre
riaccese sopra l’erba così verde,
bellissime nel fuoco della luna!
Memoria vi concede breve sonno:
ora, destatevi. Ecco, scroscia il pozzo
10
per la prima marea. Questa è l’ora:
non più mia, arsi, remoti simulacri.
E tu vento del sud forte di zàgare,
spingi la luna dove nudi dormono
fanciulli, forza il puledro sui campi
15
umidi d’orme di cavalle, apri
il mare, alza le nuvole dagli alberi:
già l’airone s’avanza verso l’acqua
e fiuta lento il fango tra le spine,
ride la gazza, nera sugli aranci.
1 Forse ... vero: Forse (questa mia visione) è un sogno che sembra diventare realtà.
3-4 gioco ... voci: giocose cantilene di girotondi e nenie infantili; prato: il sagrato erboso.
5 Pietà: generosità caritatevole; ombre: sembianze dei compagni di giochi.
6 riaccese: fatte rivivere.
7 fuoco: la luce rossastra della luna che sorge.
9-10 scroscia ... marea: l’acqua della marea che sale raggiunge scrosciando il fondo del pozzo.
11 non ... mia: perché la mia infanzia è ormai lontana; arsi ... simulacri i compagni di giochi (sono solo) parvenze cancellate e lontane.
12 forte ... zàgare: dall’ intenso profumo di fiori d’arancio.
13 spingi: trasporta con il tuo soffio impetuoso; nudi: come nelle immagini dell’antichità classica.
14 forza: sollecita.
15 apri: fa spumeggiare.
16 alza ... alberi: solleva le nuvole sopra le cime degli alberi.
17 già: mentre scende la sera; l’airone: il trampoliere dalle lunghe gambe e dal lungo becco che conduce vita seminotturna.
18 fiuta... spine: cerca a passi lenti le sue piccole prede nell’acqua bassa dei canneti.
19 ride ... aranci: (mentre) sulle piante d’arancio la gazza, un corvide dal piumaggio prevalentemente nero, fa il suo verso che sembra una risata.
Si parla, forse a torto, di due fasi per la poesia di Quasimodo: quella “ermetica”, in cui i temi della nostalgia della terra natale, mitizzata come un paradiso perduto, sono evocati dal poeta solitario in paesaggi di classicità mediterranea fuori dal tempo, in un linguaggio rarefatto ed evocativo, e quella più “impegnata” (anche politicamente, a sinistra) nelle tematiche sociali. Questi endecasillabi - del 1942 - aprono la raccolta maggiore, Ed è subito sera, e possono rappresentare il punto estremo della prima fase, dalla voce inconfondibile. Le luci e le ombre, i suoni e i colori di ricordi quasi sognati vi raggiungono un’intensità lirica di grande purezza.
Scelta, parafrasi, commento e note bio-bibliografiche a cura di Gigi Cavalli