Il compleanno di mia figlia

GIOVANNI  RABONI

       

       1966
       Siano con selvaggia compunzione accese
       le tre candele.
       Saltino sui coperchi con fragore i due
5        compari di spada compiuti uno
       sei anni e mezzo, l’altro cinque
       e io trentaquattro e la mamma trentadue
       e la nonna, se non sbaglio, sessantotto.
       Questa scena non verrà ripetuta.
10      La scena non viene diversamente effigiata. E chi
       si sentisse esule o in qualche
       percentuale risulta ingrugnato
       parli prima o domani.
       Accogli, streghina di marzapane, la nostra sospettosa tenerezza.
15      Seguano come a caso stridi
       di vagoni piombati, raffiche di mitragliatrice...


Commento

La poesia di Giovanni Raboni è legata a diversi registri linguistici, tipici della “linea lombarda”, nella quale il mondo della vita quotidiana si nutre dei grandi temi morali, civili, politici ed esistenziali. In versi come questi (da Cadenza d’inganno) la quasi ingenua descrizione di una festicciola in famiglia, travestita in un’epica elementare, si tinge, nel finale, delle luci drammatiche di un destino di guerra, di violenza e di morte che destina gli esseri umani a cadere, senza via d’uscita, fra gli ingranaggi di un potere occulto e fatale.

GIOVANNI  RABONI

Giovanni Raboni (Milano 1932 - Parma 2004), laureato in giurisprudenza, interessato alla musica, al cinema e alla letteratura, lavora nel giornalismo, collaborando a periodici (da Paragone a Quaderni piacentini, il Verri, Questo e altro) e quotidiani (Corriere della Sera, La Stampa, l’Unità, e nel mondo editoriale (Mondadori, Garzanti, Guanda) nel fervido ambiente milanese degli anni Sessanta; nonché alla RAI e al Piccolo teatro. Grande traduttore (fra l’altro, oltre che di Flaubert, Baudelaire, Apollinaire, dell’intera Recherche di Marcel Proust), esordisce come poeta con Il catalogo è questo (1961) e L’insalubrità dell’aria (1953), cui seguono le raccolte Le case della Vetra (1966) e Cadenza d’inganno (1975), Il più freddo anno di grazia (1978), Canzonette mortali (1985), A tanto caro sangue (1988, premio Bagutta), Versi guerrieri e amorosi (1990), Ogni terzo pensiero (1993, premio Viareggio), Tutte le poesie, 1951-1998 (2000); nel 2002 riceve il premio Moravia per l'insieme della sua opera. Fra i volumi successivi: Barlumi di storia (2003, premi Librex Montale e Vitaliano Brancati) e Ultimi versi (postumo, 2006). Tra le prose: La fossa di Cherubino (1980) e i saggi Poesia degli anni sessanta (1976), Poesia italiana contemporanea (1980), Quaderno in prosa (1981), La poesia che si fa. Critica e storia del Novecento poetico italiano (2005).

Scelta, parafrasi, commento e note bio-bibliografiche a cura di Gigi Cavalli