da Bacco in Toscana

FRANCESCO REDI

       

       Su voghiamo,
       navighiamo,
       navighiamo infino a Brindisi:
       Arianna, brindis, brindisi.
5        Oh bell’andare
       per barca in mare
       verso la sera
       di primavera!
       Venticelli e fresche aurette,
10      dispiegando ali d’argento,
       sull’azzurro pavimento
       tesson danze amorosette,
       e al mormorio de’ tremuli cristalli
       sfidano ognora i naviganti a i balli.
15      Su voghiamo,
       navighiamo,
       navighiamo infino a Brindisi:
       Arianna, brindis, brindisi.
       Passavoga, arranca, arranca,
20      ché la ciurma non si stanca,
       anzi lieta si rinfranca
       quando arranca inverso Brindisi:
       Arianna, brindis, brindisi.
       E se a te brindisi io fo,
25      perché a me faccia il buon pro,
       Ariannuccia vaguccia, belluccia,
       cantami un poco, e ricantami tu
       sulla mandola la cuccurucù,
       la cuccurucù
30      la cuccurucù,
       sulla mandola la cuccurucù.
       Passa vo…
       Passa vo…
       Passavoga, arranca, arranca,
35      ché la ciurma non si stanca;
       anzi lieta si rinfranca,
       quando arranca,
       quando arranca inverso Brindisi:
       Arianna, brindis, brindisi.
40      E se a te
       e se a te Brindisi io fo,
       perché a me
       perché a me
       perché a me faccia il buon pro,
45      il buon pro,
       Ariannuccia leggiadribelluccia,
       cantami un po…
       cantami un po…
       cantami un poco, e ricantami tu
50      sulla viò…
       sulla viola la cuccurucù
       la cuccurucù
       sulla viola la cuccurucù.


Parafrasi

Su, voghiamo, navighiamo, navighiamo fino a Brindisi. Arianna, brindis (esclamazione augurale, da una voce tedesca, bringdir’s, bevo alla tua sa- lute, passata dai lanzichenecchi alle soldatesche spagnole), Brindisi (gioco di parole di Bacco, già ebbro): Oh com’è bello andare in barca sul mare verso sera in primavera! Lievi venti e fresche brezze, aprendo le loro ali d’argento, intrecciano leggere danze amorose sul mare azzurro privo di increspature, e al tintinnio dei bicchieri un po’ traballanti invitano sempre i passeggeri, se ne sono capaci, a ballare. Su, voghiamo, navighiamo, navighiamo fino a Brindisi: Arianna, brindis, brindisi. Forza sui remi tutti insieme, ché la ciurma non si stanca, anzi si allieta e si rinvigorisce quando voga in fretta verso Brindisi: Arianna, brindis, brindisi. E se io ti faccio un brindisi, perché porti fortuna anche a me, Ariannuccia carina, bellina, canta un poco per me e ricantami sulla mandola (grosso man- dolino a cinque corde) la cuccurucù, la cuccurucù, la cuccurucù, sulla mandola la cuccurucù. Passa vo... Passa vo... Passavoga, arranca, arranca, ché la ciurma non si stanca, anzi si allieta e si rinvigorisce quando voga in fretta verso Brindisi: Arianna, brindis, brindisi. E se ti faccio, ti faccio un brindisi, perché porti fortuna anche a me, anche a me, Arian- nuccia carino-leggiadra, cantami un po... cantami un po... cantami un poco per me e ricantami sulla vio... sulla viola (altro strumento, poco più grande del violino) la cuccurucù.
Note dell’Autore: 
5-6 Oh ... mare: “Finge Euripide, che al Ciclopo imbria- cato da Ulisse pareva di andare per mare a sollazzo, come una barchetta.”
31 la cuccurucù: “Canzone così detta, perché in essa si replica molte volte la voce del gallo; e cantando si fanno atti, e moti simili a quegli di esso gallo.”

Commento

Dalla prima idea del 1666, nata per improvvisazione in un banchetto (“stravizzo”) degli accademici della Crusca, il di- tirambo Bacco in Toscana giunge a 980 versi nell’edizione completa del 1685, corredata dall’autore (peraltro astemio) di note linguistiche, filologiche, biografiche, scientifiche, mu- sicali. Il poemetto contiene, fra l’altro, riferimenti a 57 vini, a 7 tipi di lavorazione, a 33 tipi di bicchieri e vasi, a 11 di- verse bevande, a una ventina d’amici, tra i quali illustri scien- ziati, filosofi, giuristi e poeti, a 45 figure mitologiche, a 18 strumenti musicali e a 12 balli e canti popolari: si tratta di una piccola enciclopedia sul tema, giocosa ma raffinata. Nella descrizione del ritorno dall’India di Bacco e della sua Arianna, del suo soffermarsi a bere i vini della Toscana fino a ubriacarsi, anche la danzante varietà dei metri e la grande libertà linguistica (in particolare l’uso del vezzeggiativo e del diminutivo) concorrono a rendere il poemetto uno dei mag- giori esempi del rinnovamento della poesia secentesca.
FRANCESCO REDI

FRANCESCO REDI

Francesco Redi (Arezzo 1626 - Pisa 1698), primo medico della corte medicea a Firenze (dal 1654), “lettore pubblico di lingua toscana” nello studio fiorentino (dal 1666), grande scienziato e osservatore della natura, profondo conoscitore della letteratura italiana e di varie lingue antiche e moderne, è accademico della Crusca (tra gli addetti alla correzione del Vocabolario), del Cimento e (fra i primi, nel 1685) dell’Arcadia. Pubblica fra l’altro le Osservazioni intorno alle vipere (1664), i Consulti medici (1687), le Esperienze intorno alla generazione degli insetti (1668), che confutano definitivamente la teoria della generazione spontanea, le Esperienze intorno agli ani- mali viventi, che si trovano negli animali viventi (1684). Nella sua ricca produzione in versi spicca il Bacco in Toscana.

Scelta, parafrasi, commento e note bio-bibliografiche a cura di Gigi Cavalli