Argento grigio

CECCARDO  ROCCATAGLIATA  CECCARDI

       

       Argento grigio, cinerico argento,
       pallor di solitaria onda di olivi
       che si raccoglie a valle, ove i declivi
       posano in un sopor d’ombra e di vento.
5        E odor di menta, odor umido e lento
       di fieno, chioccolio roco di rivi
       o di polla che ognor li riavvivi,
       tra suon di augelli ne’ silenzi spenti.
       O pace, o rivi, o ciottoli lucenti
10      d’acqua, quanto stupor! e che desio
       di sonno la pensosa anima invade!
       A lenti passi scendono le strade
       e dilungano quindi con più lenti
       passi in un grembo, pallido di oblio.


Commento

Questo componimento, che fa parte della raccolta Sonetti e poemi, mostra il lato più intimista della poesia di Ceccardo Roccatagliata Ceccardi: una dolce musicalità in tono minore accoglie nel sonetto la descrizione di un oliveto che digrada verso la valle, in un’atmosfera ovattata e ombrosa, profumata di erbe selvatiche, in cui un incantato silenzio è rotto solo dal leggero mormorio dell’acqua e dal canto sommesso degli uccelli. Lo stupore e il desiderio di sonno che invadono l’anima pensosa del poeta lo trascinano lentamente verso un profondo senso di annullamento e di oblio, suggerito anche dalle ripetizioni dei vocaboli (argento del v. 1, odor del v. 5, rivi dei vv. 6 e 9, lenti passi dei vv. 12 e 14), con toni quasi di nenia soporifera e incantatrice, che possa condurre a un’in- vocata pace finale e totale.
CECCARDO  ROCCATAGLIATA  CECCARDI

CECCARDO  ROCCATAGLIATA  CECCARDI

Ceccardo Roccatagliata Ceccardi (Genova 1871-1919), insegnante e giornalista, conduce una vita irregolare e irrequieta, come i “poeti male- detti” francesi ai quali è spiritualmente affine e cui ispira in parte la pro- pria poetica, alla quale non sono estranee l’influenza del Carducci, poeta civile e patriottico, e quella di D’Annunzio, fervido interventista. Tra le sue raccolte: Il libro dei frammenti (1895); Il viandante (1904); Apua mater (1905); Sonetti e poemi (1910); Sillabe ed ombre (postumo, 1925). Tra le altre opere sono l’opuscolo Dai paesi dell'anarchia (1894) e la commedia Don Chisciotte (1916). Le forme classicheggianti dei suoi versi non tradiscono l’ispirazione decadente; il suo discorso lirico è im- merso in delicati paesaggi, avvolti in una malinconia senza lacrime, mu- sicale e insieme severa, che lo fanno considerare il padre spirituale della poesia ligure del primo Novecento, da Sbarbaro a Montale.

Scelta, parafrasi, commento e note bio-bibliografiche a cura di Gigi Cavalli