9.

EDOARDO SANGUINETI

       

       tutto sommato (scrisse), l’esistente, in generale (siamo nel ’26:
       siamo nel mese di aprile), è una modesta imperfezione: (modesta,
       certo, a paragone dell’immenso non esistente, del puro e semplice
       niente): è un’irregolarità, una mostruosità:
5                                                                                 la voce mia, così, la mia
       scrittura, orribilmente deturpano, lo so (per poco, ancora), la suprema
       armonia dell’agrafia, dell’afasia:
                                                                     (già rinuncio, dislessico, a rileggermi):
       [Ottobre 1993]


Parafrasi

1 “scrisse”: Giacomo Leopardi, il 12 aprile 1826, scrive nello Zibaldone: “Tutto è male ... l’esistenza è un male ... L’esistenza ... è un’imperfezione, un’irregolarità, una mostruosità. Ma ... il tutto esistente è infinitamente piccolo a paragone dell’infinità vera, p[er] dir così, del non esistente, del nulla”.
6: agrafia e afasia si contrappongono a la voce mia e la mia scrittura dei versi 4 e 5.
7: rinuncio, dislessico è la forma, altamente ironica, di adesione alla negazione leopardiana: il poeta annuncia come una prossima liberazione la sua rinuncia a “deturpare” con la parola la suprema armonia del silenzio finale.

Commento

Questo elogio tragicamente ironico dell’imperfezione di tutto quel (poco) che esiste e del silenzio (forse eco del montaliano “la più vera ragione è di chi tace”), da Corollario (1997), è introdotto dal tono colloquiale adatto a una bella giornata di primavera e dà un assaggio della musa severa e filologica del maggior rappresentante dell’avanguardia, qui maturo sessantatreenne. I suoi versi lunghi si direbbero assediati dalle parentesi che martellano, con esiti altamente suggestivi, i passaggi incessanti della mente in un interminabile labirinto.
EDOARDO SANGUINETI

EDOARDO SANGUINETI

Edoardo Sanguineti (Genova 1930-2010), professore di letteratura italiana nelle università di Torino, di Salerno e (dal 1974 al 2000) di Genova, deputato comunista indipendente dal 1979 al 1983, è tra i maggiori esponenti della neoavanguardia, tra i cinque poeti dell’antologia di A. Giuliani I novissimi (1961) e tra i fondatori del Gruppo 63. Della sua vastissima attività fanno parte volumi di versi, tra i quali Laborintus (1956), testo di riferimento centrale per lo sperimentalismo di quegli anni; Erotopaegnia (1960); Purgatorio de l’Inferno (1964); Wirrwarr (1972); Postkarten, 1972-1977 (1978); Stracciafoglio, 1977-1979 (1980); Alfabeto apocalittico (1984); Bisbidis (1987); Senzatitolo (1992); Il gatto lupesco. Poesie 1982- 2001 (2002); Mikrokosmos Poesie 1951-2004 (2004); Corollario (2007; alcuni di questi volumi raccolgono versi già pubblicati); romanzi: Capriccio italiano (1963); Il giuoco dell'oca (1967); saggi: Interpretazione di Malebolge e Tra liberty e crepuscolarismo (1961); Alberto Moravia (1962); Ideologia e linguaggio (1965 e 2001); Guido Gozzano e Il realismo di Dante (1966); La missione del critico (1987); Dante reazionario (1992); Il chierico organico (2000); raccolte di scritti giornalistici, come Giornalino 1973-1975 (1976) e Gazzettini (1993); testi teatrali e libretti musicati da Luciano Berio. Nel 2006 vince il premio Librex Montale.

Scelta, parafrasi, commento e note bio-bibliografiche a cura di Gigi Cavalli