Accòrdo

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accordo


accòrdo s. m. [der. di accordare]. – 1. Concordia, armonia di sentimenti in una o più cose: c’è stato sempre fra loro un buon a.; essere in buon a.; buon a. fra marito e moglie, fra suocera e nuora; andare, essere d’a.; siamo d’a. in tutto e per tutto; andare d’amore e d’a.; andare d’a. come cani e gatti, essere in continua lite. 2. Incontro di volontà per cui due o più persone convengono di seguire un determinato comportamento nel reciproco interesse, per raggiungere un fine comune o per compiere insieme un’azione o un’impresa: fare un a., e mettersi, restare, rimanere, trovarsi d’a.; venire addivenire a un a.; prendere una decisione di comune a., di pieno a.; cè già un a. tra noi; non cè stato tra loro nessun a. preventivo, ne sono certo; allora, siamo d’a., restiamo dunque d’a. così, e sim., per ribadire l’intesa raggiunta; la locuz. avv. d’accordo si usa spesso come risposta affermativa: «Allora, ci vediamo domattina alle nove» – «Daccordo! » (con quest’uso, si ha anche il superl. fam. d’accordissimo, spec. nell’iterazione intensiva d’accordo, d’accordissimo!). In partic., nel diritto: a. A. criminoso, accordo tra due o più persone allo scopo di commettere un reato; se quest’ultimo si verifica si ha il «concorso nel reato». b. Incontro di consensi fra due o più contraenti inteso alla perfezione di un contratto o, più in genere, di un negozio giuridico: a. delle parti o fra le parti. c. Patto, convenzione fra persone singole o enti collettivi (per es., nel diritto amministr., l’accordo fra comuni per la costruzione di un acquedotto), fra imprese, fra categorie economiche, e quelli fra stati per regolare un determinato ordine di rapporti (economici, culturali, politici) sul piano internazionale: trattare, concludere, ratificare, perfezionare un a.; rispettare gli a.; a. politico, sindacale, contrattuale, programmatico; fare un a. monetario; a. interbancario, tra più aziende di credito; a. interconfederale, tra confederazioni sindacali; a. italo-svizzero; un a. culturale italo-austriaco, ecc. 3. In grammatica, sinon. di concordanza, spec. quando si allude a casi specifici di concordanza: quando i soggetti sono più d’uno e di genere diverso, l’a. del predicato si fa di solito al maschile plurale. 4. In musica, giustapposizione di più suoni, e, in senso stretto, giustapposizione dei tre suoni d’una stessa funzione tonale; per es., nel tono di do maggiore, formano accordo le note do-mi-sol (triade di tonica), fa-la-do (di sottodominante), sol-si-re (di dominante), ecc.; a. maggiori, a. minori, secondo che l’intervallo tra la tonica e la mediante sia di 3a maggiore (es. do-mi) o di 3a minore (es. la-do); a. aumentati, a. diminuiti (v. aumentato, diminuito). 5. Riferito a colori, ne indica un armonico e ben intonato accostamento che produce un gradevole effetto; riferito a elementi architettonici, ne indica la proporzionata e armonica distribuzione 6. a. In radiotecnica, sinon. di sintonia, e anche, riferito a un radioricevitore o a un radiotrasmettitore, sinon. di allineamento. b. In fisica, si ha a. di fase di due moti armonici di ugual centro e periodo, quando, ad ogni istante, la differenza tra le fasi dei due moti è nulla; una definizione analoga vale per grandezze periodiche qualsiasi. 7. Nome dato in passato allo strumento musicale noto come lira da gamba o lirone.