Adàgio¹

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adagio1


adàgio1 avv. e s. m. [da ad agio, cioè, in origine, «con comodità»]. – 1. avv. Lentamente, senza fretta: andare, muoversi, parlare, scrivere a.; dovresti dettare un po’ più a.; cantare, suonare troppo a.; rafforzato, adagio adagio, con gran lentezza, a poco a poco: veniva adagio adagio su per la salita. In molti casi, con prudenza, con cautela, con circospezione: io procedo sempre a. negli affari; è bene andare a. prima di prendere l’impegno; o con cura, con riguardo: posare a.; fate a. con quel vaso, che non si rompa. E per invitare qualcuno a controllarsi, a usare prudenza, a non precipitare troppo nei giudizî o nelle espressioni: vai a. col vino; sarà meglio andare a. con le accuse; frequente in frasi interiettive: a. con le insinuazioni!; fam., con senso sim., adagio, Biagio!, frase di scherz. avvertimento a chi agisce con troppa fretta o con poca prudenza (l’espressione venne di moda dopo il successo, nel 1928, della canzonetta “Adagio Biagio” di V. Mascheroni). 2. s. m. In musica, movimento molto calmo, intermedio tra l’andante e il largo, e per estens. il pezzo da eseguirsi in tale movimento (per es., l’A. della sonata «Al chiaro di luna» di Beethoven). ◆ Dim. adagino, ma per lo più con valore intens.: camminare, parlare adagino, con molta calma o posatezza; arrivarono all’uscio, lo spinsero adagino adagino (Manzoni); anche come raccomandazione ironica. Come s. m., adagétto (v.).