Ago

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ago


s. m. [lat. acus -us, della famiglia di acuĕre, acies, ecc.] (pl. aghi, ant. le àgora). – 1. Utensile che serve per far passare un filo attraverso uno o più spessori di tessuto; è un’asticciola di acciaio appuntita a un’estremità e fornita, generalmente nell’altra, d’un foro detto cruna (che negli aghi da macchina è invece dalla parte della punta), per cui si fa passare il filo (gugliata): infilare l’a., passare il filo nella cruna. Usato assol., s’intende in genere l’a. da cucire a mano; altrimenti viene variamente determinato: a. da lana, a. da macchina, a. da materassi, a. da sacchi, a. per maglieria, ecc., a seconda dei suoi usi particolari; a. da calza, di metallo o di legno, per fare la calza e per lavori a maglia in genere; a. da reti, in legno, con doppia cruna aperta; a. del velaio, per cucire vele e tende, dritto (da spianare) o curvo (da ralingare); aghi a becco e a. automatici, per la fabbricazione di tessuti a maglia. Con uso fig. (e con riferimento all’ago da cucire): lavoro d’ago, lavoro di cucito; campare, vivere con l’a., con lavori di cucito; per la frase cercare un a. in un pagliaio, v. pagliaio. 2. estens. a. Strumento di forma e uso simili a quelli degli aghi da cucire, o anche con funzioni diverse, di forma allungata e per lo più cilindrica. In partic., in medicina: a. da sutura, dritto o curvo, di spessore e lunghezza variabili, con cruna aperta o chiusa, adoperato in chirurgia per la sutura dei tessuti; a. per iniezioni, dritto, di dimensioni variabili e internamente cavo, che viene fissato a una siringa per iniettare liquidi medicamentosi nei tessuti o nel sangue, o per prelevare sangue dalle vene superficiali; simile, ma più grosso, è l’a. per ipodermoclisi, con varî fori aperti nella sua superficie per consentire il passaggio del liquido medicamentoso in più punti del tessuto sottocutaneo; a. radifero, ago cavo di platino o di acciaio inossidabile, contenente una sostanza radioattiva, che viene infisso nel contesto di un tumore in interventi di radiumterapia. In fonderia, a. da formatura, dispositivo per praticare stretti canaletti nella sabbia delle forme attraverso i quali dare sfogo ai gas durante la colata. b. Nome di altri dispositivi di forma allungata, e in partic. dell’indice di varî strumenti: a. magnetico, sottile sbarretta di acciaio magnetizzata, di solito a forma di rombo allungato, che, sospesa per il baricentro, ruota intorno a questo disponendosi nella direzione del campo magnetico terrestre, cioè nella direzione del meridiano del luogo, indicando con un estremo il nord e con l’altro il sud; a. della bussola, l’ago magnetico di cui sono dotate le bussole; a. della bilancia, la lancetta metallica che, in varî tipi di bilancia, scorre sulla scala graduata indicando il peso, o quella che, in altri tipi, indica sulla scala graduata se la bilancia è in equilibrio (per l’uso fig. dell’espressione, v. bilancia). Nelle ferrovie, a. dello scambio, elemento mobile dello scambio, costituito da uno spezzone aghiforme di rotaia che guida la ruota del veicolo sull’uno o sull’altro binario. Con altra accezione, a. della toppa, piccolo perno cilindrico di cui è talora munita la toppa della serratura, nel quale s’impegna e intorno a cui ruota la chiave a cannello vuoto. c. Nome dato comunem. al pungiglione delle api, alle foglie lunghe e appuntite delle conifere (gli a. dei pini, ecc.), e, in chimica, a cristalli aghiformi. 3. In alpinismo, formazione rocciosa, a sezione tondeggiante, che si innalza isolata, restringendosi sempre più fino a diventare una punta aguzza. 4. a. Pesce ago, nome dei pesci appartenenti alla famiglia singnatidi e in partic. al genere Syngnathus: sono pesci marini, assai diffusi, dal corpo lungo e sottile, muso molto prolungato con bocca piccola, terminale, senza denti, e una sola pinna dorsale. b. Ago, o pesce a., nome usato in alcune regioni per il pesce aguglia. ◆ Dim. aghino, aghétto (soltanto con accezioni speciali: v. aghetto); dim. e spreg. agùccio; raro l’accr. agóne.

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