Arrivare

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arrivare


v. intr. e tr. [lat. *arripare, der. di ripa, propr. «giungere a riva»] (aus. essere). – 1. a. Raggiungere il luogo stabilito, toccare il termine di un viaggio o di un cammino, il traguardo di una gara, e sim.: la zia arriverà stasera; non vedevo l’ora di a.; speravo di a. primo; dato però che non se ne intendeva un granché, di strade, invece che a. a Londra era finito in un paesino da nulla (Alessandro Baricco); prov. chi tardi arriva male alloggia; talora, giungere, capitare: arrivi a proposito. Di mezzi di trasporto o altre cose che giungono a destinazione: l’aereo arriva alle 12; l’autobus è arrivato in ritardo; è arrivata una lettera per te. Determinando il luogo: a. in porto, alla stazione, a casa, all’ufficio; a. alla meta, al traguardo; a. a qualcuno, riuscire a interessarlo a favore proprio o d’altri: se è necessario, potrei a. al ministro. Anche, recarsi in un luogo (ma per tornar subito): arrivo alla posta; devo a. un momento dal tabaccaio. b. Con dativo di persona e soggetto di cosa, venir sopra o addosso, e per estens. capitare, succedere: ora t’arriva uno schiaffo; sentì arrivarsi un calcio su la punta del naso (Collodi); Perché arrivi a me stanotte lo spavento destinato ad altri (Antonella Anedda); gli è arrivata una bella fortuna, o una bella batosta; guarda che cosa mi doveva arrivare! (in questi ultimi esempî, è molto meno com. di capitare). c. Usi fig.: a. allo scopo; le trattative sono arrivate a buon punto; dove siamo arrivati!; si doveva a. a questo! In partic., raggiungere una certa quantità numerica: il suo stipendio arriverà forse a 1000 euro; tutti i presenti non arrivavano al centinaio; o un limite di tempo: con i soldi non s’arriva mai alla fine del mese; a. alla fine dei proprî giorni; non vedevo l’ora di a. a Pasqua (cioè che venisse, che fosse Pasqua); come passa il tempo! siamo già arrivati alla fine dell’anno scolastico; chi ci arriva, ne vedrà delle belle! Di fatti, circostanze, condizioni di tempo e sim., per il semplice venire (o, in qualche caso, sopraggiungere): ecco che Natale è già arrivato; è arrivato il momento di parlare; arriverà per tutti il momento della verità; è arrivato il caldo, il freddo, è arrivata la neve, la brutta stagione. Di cibi o altra sostanza soggetta a deterioramento, conservarsi (per lo più in frasi negative): questa carne non arriverà fino a domani; di malati, durare, vivere: si teme che l’infermo non arrivi a stanotte. 2. Estendersi, o essere alto o lungo fino a un punto determinato: l’acqua gli arrivava al petto; la gonna le arrivava alle caviglie; mio figlio mi arriva già al mento; per estens., bastare, essere sufficiente: temo che il vino non arrivi per tutti. 3. Seguito dalla prep. a e un infinito, riuscire: se arriva a scappare, nessuno più lo riprende; senza occhiali, non arrivo a leggere fin lassù; e di cose: questo cappottino gli è corto, non arriva a coprirgli i ginocchi. Anche (sottintendendo «al punto di»), avere l’ardire, osare: è arrivato ad affermare che l’offeso era lui. In altri casi, riuscire, esser capace: non arrivo a capire come hai fatto; nell’uso com., spesso il verbo capire è sottinteso: è un concetto troppo alto per me, non ci arrivo. 4. tr. Raggiungere (una persona): mi misi a correre e lo arrivai in pochi minuti; se t’arrivo, stai fresco!; fam. (in usi region.), lo arrivò con due buoni ceffoni (o, con altra costruzione: gli arrivò due buoni ceffoni); con compl. di cosa: il gatto cercava di a. le salsicce; il Filicaia va dietro al sublime e anche l’arriva (Leopardi). 5. tr., ant. Accostare a riva, trarre sulla riva: Sèn venne, e arrivò la testa e ’l busto (Dante). 6. In veterinaria, arrivarsi, detto del cavallo che, per un difetto di andatura, al passo o al trotto, batte la punta dei piedi posteriori contro gli arti anteriori. ◆ Part. pass. arrivato, anche come agg. e s. m. (v. la voce).

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