Attravèrso

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attraverso


attravèrso (o a travèrso) avv. e prep. – 1. avv. Trasversalmente, obliquamente (con quest’uso, è più com. la forma staccata a traverso): mettere un palo a.; andare, rimanere a traverso, di cibo o bevanda che s’arresti in gola o, fig., che non faccia buon pro: l’umiliazione avuta gli fece andare a traverso la cena (più com. di traverso o per traverso); con altro soggetto, di cosa che riesca sgradita o che accada al contrario dei proprî desiderî: le sue parole mi andarono a traverso (più com. di traverso); oggi tutto mi va a traverso o attraverso. Altre locuz. fig.: prendere, pigliare qualcosa a traverso, aversene a male, interpretarla sfavorevolmente; rispondere a traverso, con mal garbo; guardare a traverso (più com. di traverso), guardare storto, con malanimo; intendere, capire a traverso, fraintendere, capire al contrario (e per lo più nel senso peggiore). 2. prep. Da una parte all’altra, in mezzo a, per entro (con quest’uso è più com. la forma unita, seguita anche, ma raram., dalla prep. a): mettere una catena a. la strada (o a. alla strada); passare a. i campi, a. la siepe; non riusciva a passare a. la porta; penetrò a. la calca; guardare a. le lenti, a. il buco della serratura; guardavan sott’occhio nella stanza, a traverso il cortile (Manzoni). Anche fig.: raggiungere lo scopo a. grandi difficoltà; di qui il sign. di «per mezzo di, in seguito a»: a. ricerche, indagini, lunghi studî, ecc.