Bórsa²

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borsa2


bórsa2 s. f. [prob. da una piazza della città belga di Bruges, ritrovo di commercianti, nella quale sorgeva un palazzo abitato fin dal sec. 14° dalla famiglia di mercanti veneti Della Borsa (in oland. Van der Burse); il nome passò poi ad Anversa e di qui a Tolosa, Londra, ecc., e si generalizzò dopo la costruzione della «Bourse de Paris» nel 1719]. – 1. a. Riunione organizzata e periodica di persone (propriam. b. di commercio) che trattano affari relativi a determinati tipi di merci, valori, servizî o prestazioni, sotto l’osservanza di speciali norme: operazioni di b.; listino di b.; orario, calendario di b., le ore e i giorni prestabiliti per le contrattazioni; giocare in b., speculare sulle oscillazioni dei valori; rialzo, ribasso in b., l’aumento o la diminuzione di prezzo delle merci o valori negoziati. In partic., a seconda dell’oggetto delle contrattazioni: b. assicurazioni, in cui si trattano i soli affari di assicurazione; b. merci, in cui si trattano merci tipiche del commercio internazionale: cereali, cotone, tabacco, ecc.; b. noli, in cui si contrattano noleggi di navi da carico (noli marittimi) o di aerei per trasporto di merci (noli aerei); b. valori (o b. finanziaria o borsa per antonomasia), in cui si contrattano titoli azionarî e obbligazionarî, buoni del tesoro e valute. Dopo borsa (o dopoborsa), il breve periodo, in genere 10 minuti oltre il termine dell’orario di borsa, durante il quale gli agenti di cambio continuano a contrattare, per sistemare ordini che non si erano potuti completamente eseguire. Per la locuz. aggettivale fuori borsa, v. fuoriborsa. b. L’edificio stesso, non di rado pregevole per valore architettonico, in cui si compiono le operazioni di borsa: recarsi alla b.; piazza della borsa. 2. Per analogia, il termine è usato talora anche per indicare compravendite e scambî d’altra natura; così, per es., la b. dei calciatori, il passaggio dei calciatori da una società all’altra, che avviene di solito con premî d’ingaggio molto alti. 3. B. nera (o borsanera): termine usato propriam. per indicare le contrattazioni extraufficiali, irregolari o addirittura illegali, di titoli e soprattutto metalli preziosi e valute pregiate, ma esteso durante e dopo la seconda guerra mondiale a ogni forma di commercio clandestino, tollerato o combattuto dall’autorità, detto altrimenti, e meglio, mercato nero. ◆ Dim. borsino m. (v. borsino2).