Brutto

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brutto


agg. [adattamento ant. del lat. brutus: v. bruto]. – 1. Che produce un’impressione estetica sgradevole, perché difettoso, sproporzionato, privo di grazia, o per altre ragioni spiacevole. È il diretto contrario di bello, e si dice di persone, di animali, di cose: un uomo b., una donna b.; b. di viso, di corpo, d’aspetto; b. lineamenti, b. carnagione, b. denti, b. mani, b. gambe; un b. uccellaccio; una casa b.; un b. colore, una b. cravatta; che b. spettacolo! Riferito a persona, nell’uso familiare si rafforza in b. come il demonio, come il peccato, come la fame, come la morte, ecc. Rispetto al senso dell’udito: b. voce, stridula, sgradevole, sgraziata; e così b. suono, per es. di strumenti musicali (ma: questa moneta ha un b. suono, poco squillante, falso). Con più esplicito riferimento alle qualità estetiche: un b. quadro, b. musica, bruttissimi versi. Sign. più particolari: b. muso, faccia dura, arcigna (a b. muso, brutalmente, senza mezzi termini); b. cera, aspetto e colorito del viso che rivelano salute poco buona (v. cera2); farsi b., fare il viso b., accigliarsi, irritarsi, farsi minaccioso: quando gli dissi di no, si fece b.; non com., rimanere b., restare deluso, mostrarsi contrariato: appena conobbe l’esito, rimase brutto. Come esclam., brutto!, per rimprovero a un bambino quando è stato cattivo o fa i capricci, e lo dicono i bambini stessi a chi li contraria o non va loro a genio (ma talora vezzeggiativo scherz.). Partic. valore ha anche nella locuz. b. copia, la prima stesura di uno scritto, la minuta: ho appena terminato di scrivere in b. copia (fam. anche s. f., la brutta: scrivere in b., conservare la b., consegnare la b. del compito; quaderno di brutta o per la brutta). 2. In molte locuz. si alterna, nell’uso, con cattivo, o ne ha comunque il sign.: avere una b. fama, farsi un b. nome; ottenere un b. voto; giocare un b. scherzo, essere in un b. impiccio; è un gran b. affare, di situazioni imbrogliate; fare una b. figura, dire o fare cosa a sproposito, riuscir male in un’impresa, in un tentativo; ricevere una b. notizia, spiacevole, dolorosa; passare b. giorni, b. momenti, tristi, pieni di ansia, di tribolazioni; e così passare un b. quarto d’ora, di chi si trova in un pericolo o teme il peggio; giungere in un b. momento, inopportuno; è un b. male, noioso, molesto o di prognosi infausta (per antonomasia e come eufemismo, un b. male, il cancro: ha un b. male; è stato operato, è morto, di un b. male); b. segno, sfavorevole, di cosa che promette male (e così avere un b. presentimento, fare un b. sogno, ecc.); avere b. carte, nel gioco, di valore minimo, con cui non si possano fare prese; fare un b. viaggio, scomodo, disagevole; con b. maniere, sgarbate; b. accoglienza, scortese, fredda; avere una b. pronuncia, difettosa, scorretta. Di odore o sapore, sgradevole, disgustoso. Del tempo, piovoso, burrascoso: è stata una b. giornata; nella b. stagione, nell’inverno; b. mare, agitato, in tempesta. In senso morale, disonesto, riprovevole, sconveniente: commettere una b. azione; avere b. abitudini; dire b. parole; è molto b. ciò che hai fatto. 3. ant. Sporco, sudicio, imbrattato: Ma tu chi se’, che sì se’ fatto b.? (Dante); come porco, di loto e di guazzo Tutto era b. (Ariosto); non com., peso b., peso lordo (in contrapp. a peso netto, cioè pulito). 4. Con semplice valore rafforzativo, si unisce spesso ad altri agg., spec. in apostrofi ingiuriose: b. imbroglione, b. ignorante, b. villano, b. bestia, b. porco (e con valore attenuato o scherz.: b. cattivo, b. scimmiotto!). 5. Sostantivato: il tempo volge o si mette al b., si guasta, si mette male; e con valore neutro, ciò che è o appare brutto, che si oppone al bello estetico: il b. nell’arte. Con un nome sottinteso: vederne, sentirne delle b., cose o notizie spiacevoli; con le b., con cattive maniere, con minacce; venire alle b., esser lì lì per picchiarsi; alle b., nella peggiore delle ipotesi, se le cose si mettessero male: alle b., ci difenderemo con ogni mezzo; vedersela b., sentirsi in pericolo, trovarsi in una situazione penosa; farla b. a qualcuno, fargli una cattiva azione, rendergli un pessimo servizio. 6. Con uso avverbiale, e perciò invar., soprattutto nell’espressione guardare brutto, con astiosità e malanimo, o anche con aria severa, di rimprovero, di minaccia. E come locuz. avv., di brutto, all’improvviso, senza riguardi, imperiosamente, o con ostilità: lo apostrofò, lo affrontò di brutto (per questa locuzione, è stato supposto un possibile adattamento della locuz. lat. ex abrupto: v. la voce). ◆ Dim. bruttino, bruttarèllo (raro brutterèllo), e più spreg. bruttacchiòlo; accr. bruttóne (come s. m., roman., amante di donna maritata); pegg. bruttàccio, spesso scherz. ◆ Avv., poco com., bruttaménte, in modo brutto, e cioè soprattutto sgradevole alla vista: a ogni scossa, si vedevan que’ mucchi funesti tremolare e scompaginarsi bruttamente (Manzoni).