Calcare³

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calcare3


calcare3 v. tr. [lat. calcare, der. di calx calcis «tallone»] (io calco, tu calchi, ecc.). – 1. a. Premere coi piedi: c. la terra; c. il piede su qualche cosa; c. l’uva nei tini, pigiarla; c. una via, una strada, un sentiero, percorrerli (soprattutto in senso fig.); c. le scene, recitare o cantare in teatro, far l’attore, il cantante; c. le orme di qualcuno, fig., imitarlo. b. fig., letter. Opprimere, umiliare e sim.: Calcando i buoni e sollevando i pravi (Dante); in altre espressioni, come c. i diritti, l’onore, ecc., è più com. conculcare, e più ancora calpestare. 2. estens. a. Premere in genere: calcarsi il cappello in testa; c. la roba in un baule, nell’armadio; c. la matita (o con la matita) sul foglio; c. la mano, fig., punire con eccessiva severità, e in genere esagerare in qualche cosa. b. fig. Dare rilievo con la voce, col tono: c. una parola, una frase; calcò la voce sulle ultime sillabe. 3. Copiare un disegno ripassandone i contorni con una punta (calcatoio), previa interposizione di un foglio di carta da ricalco fra il disegno e la carta bianca (più com. ricalcare). Anche, con uso improprio, lucidare un disegno, applicandovi una carta trasparente e seguendo con una matita i contorni. 4. ant. Congiungersi con la femmina per la fecondazione, detto dei volatili (con questo sign. anche in nomi region. di uccelli, come calcabotta, calcabotto). 5. Affollare: la piazza era già ... calcata di popolo (D’Azeglio); anche intr., far ressa: come a messagger che porta ulivo Tragge la gente per udir novelle, E di calcar nessun si mostra schivo (Dante); con la particella pron., calcarsi in una piazza, calcarsi all’ingresso d’un teatro, ecc., più com. accalcarsi. ◆ Part. pres. calcante, come agg.: carta calcante, sinon. poco usato di carta carbone. ◆ Part. pass. calcato, anche agg., pigiato, compresso, affollato e sim.