Cannocchiale

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cannocchiale


(pop. canocchiale) s. m. [comp. di canna nel sign. di «tubo» e occhiale, prob. coniato dal gesuita G. Biancani (1611) per indicare lo strumento inventato da G. Galilei]. – Strumento ottico per l’osservazione di oggetti a grande distanza, schematicamente costituito da un tubo di supporto agli estremi del quale sono disposti un obiettivo e un oculare; è sinon. dunque di telescopio, che è il termine attualmente preferito in astronomia, seguitandosi peraltro a chiamare cannocchiali i telescopî rifrattori, il cui obiettivo è costituito da una lente (o da un complesso di lenti). C. astronomico, quello in cui le immagini risultano capovolte rispetto agli oggetti. C. terrestre, per la visione di oggetti non celesti, in cui le immagini risultano invece diritte, grazie all’impiego di lenti divergenti o prismi. C. cercatore, piccolo cannocchiale astronomico, applicato ai telescopî astronomici: serve per la ricerca di determinati oggetti celesti e, in generale, per rendere spedito il puntamento del telescopio. Per altri tipi di cannocchiale (c. collimatore, c. distanziometrico o diastimometrico), v. sotto i singoli termini che li qualificano. Nell’uso fam., neanche col c., nemmeno a cercare col c., e sim., a proposito di cose difficili a vedere, a trovare, ad avere: a quel tempo io un biglietto da cento euro non lo avevo mai visto, neanche col c.; non c’era un albergo in quella zona, neppure a cercarlo col cannocchiale.