Caprifico

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caprifico


s. m. [dal lat. caprificus, comp. di capra «capra» e ficus «fico»] (pl. -chi). – Varietà spontanea del fico (Ficus carica var. caprificus), detta anche fico selvatico, diffusa in tutto il Mediterraneo, distinta da quella coltivata per il minore sviluppo vegetativo e per i frutti (in realtà infruttescenze), di solito non commestibili; l’infiorescenza (siconio) risulta di molti piccoli fiori che tappezzano la parete interna del ricettacolo, più o meno carnoso, che comunica con l’esterno per mezzo di un ostiolo, nascosto da numerose piccole brattee squamiformi. Il caprifico presenta spesso tre sorte di siconî, che si succedono regolarmente nel corso dell’annata: i fioroni o profichi, i forniti o mammoni, i cratiri o mamme; l’impollinazione dei fiori, detta caprificazione, è operata esclusivamente dalla blastofaga, un insetto imenottero.