Caroṡèllo

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carosello


caroṡèllo s. m. [dal napol. carusiello «palla di creta; salvadanaio» (per la somiglianza con una testa di ragazzo: v. caruso)]. – 1. Specie di gioco, introdotto a Napoli dagli Spagnoli nel sec. 16° ed eseguito da cavalieri che si gettavano palle di creta; poi, in genere, festa militare consistente in esercizî di abilità, eseguiti generalm. da reparti di cavalieri. Attualmente, c. storico, esercitazione in costume di corpi militari a cavallo in occasione di ricorrenze importanti. 2. a. Complesso di vetturette, barche, animali di legno (detto anche, comunem., giostra), che, fatto girare con apposito meccanismo, serve per divertimento ai ragazzi nelle fiere (in questo senso, dal fr. carrousel, che a sua volta è dall’ital.). Con diretto riferimento a questo sign., è stato dato il titolo di Carosello a una trasmissione televisiva protrattasi per varî anni (1957-1977), fatta di una serie di brevi scenette pubblicitarie che si susseguivano, nella loro varietà, come i vari elementi di una giostra girevole. b. estens. Movimento di vetture in uno spazio ristretto; si dice in partic. delle evoluzioni che compiono le macchine della polizia per sciogliere assembramenti di dimostranti. c. fig. Di cose, anche astratte, che diano l’impressione di un movimento turbinoso e vivace: c. d’idee, d’immagini. 3. C. tranviario, anello formato dai binarî in un capolinea tranviario.

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