Castèllo

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castello


castèllo s. m. [lat. castĕllum, dim. di castrum «castello, fortezza»] (pl. -i; ant. le castèlla, femm.). – 1. a. Edificio fortificato, cinto di mura con torri, eretto nell’età medievale per dimora e difesa dei nobili proprietarî di terre e dei signori feudali. Per estens., fortezza, rocca. b. Vasto edificio costruito per abitazione dei signori in campagna, a somiglianza dei castelli medievali, in cui però gli elementi difensivi sono conservati spesso soltanto come motivi architettonici. 2. ant. Gruppo di case, borgo, circondato di mura e per lo più situato su un’altura: Santa Fiore, c. di cento case (Machiavelli); di qui il toponimo Castello di parecchie città e villaggi (i Castelli Romani, Castelfiorentino, Castelfranco Veneto, ecc.). 3. Usi fig.: a. Castelli in aria, disegni fantastici, progetti di cose irrealizzabili: sono tutti c. in aria; non facciamo c. in aria; con lo stesso sign., ma meno com., castelli di Spagna; un c. di menzogne, un seguito di bugie. b. scherz. Mettere in castello, mangiare, mettere nello stomaco: qualcosa alla buona da mettere in castello mi basta (Manzoni). 4. estens. Nome generico di impalcature, ossature di legno o metalliche, costruzioni varie. In partic.: a. C. dei burattini o da burattini, la baracca del burattinaio, formata di assi di legno ricoperte di carta o tela dipinta, in forma di torricella con in alto un piccolo boccascena. Fig.: è, pare un c. di burattini, di edificio meschino. b. Impalcatura su cui si stendono stuoie e cannicci per i bachi da seta. c. Costruzione di legno a forma di torre, a uso di muratori, pittori e sim., per lavorare a una certa altezza dal suolo; c. aereo, piattaforma trasportata da un veicolo, di cui si servono gli operai per riparare linee elettriche aeree. d. Nei cantieri di costruzioni edili, struttura metallica o di legname, facente parte dei ponteggi provvisorî, destinata a sostenere gli apparecchi per il sollevamento dei materiali (montacarichi o semplice puleggia di rinvio). e. Impalcatura verticale di legno a più piani sui quali, in caserme, rifugi, dormitorî pubblici, baraccamenti provvisorî, ecc., sono appoggiate reti, tele, pancacci per dormire; impalcature analoghe, con due (raram. più) letti sovrapposti, sono talora usate anche in abitazioni private, soprattutto per farvi dormire bambini o ragazzi (letti a castello). f. In tipografia, il mobile su cui sono collocate le casse dei caratteri. g. C. per sabbiera, incastellatura che, nei grandi impianti di fonderia, raggruppa tutte le macchine e i trasportatori per il trattamento delle sabbie. h. C. dell’orologio, complesso dei pezzi che contengono il meccanismo di un orologio. i. Parte metallica, monoblocco, costituente la cassa di alcune armi da fuoco portatili (in partic. delle pistole). l. C. motore, nelle costruzioni aeronautiche, complesso strutturale che serve a connettere il gruppo propulsore alle strutture del velivolo. m. C. di carte, costruzione fatta per divertimento con carte da gioco; anche fig.: le tue supposizioni non sono che un c. di carte; tutti i nostri progetti sono crollati come un c. di carte. n. Nel gioco del biliardo, l’insieme dei cinque birilli disposti al centro del tavolo da gioco. 5. Antica macchina d’assedio (detta anche elepoli o torre), alta da 20 a 30 metri, generalm. di forma quadrata, internamente divisa da ripiani, su cui erano sistemate le varie specie di armi con gli armati incaricati di battere le mura. Il nome ha indicato anche altri tipi di macchine d’assedio in uso nel medioevo. 6. In marina, ogni sovrastruttura di cui le navi medievali erano fornite; oggi indica specificamente solo il cassero di prora. 7. In araldica, edificio rappresentato nello scudo in forma di cortina fiancheggiata da due torri rotonde, merlate e quasi sempre coperte e banderolate. ◆ Dim. castellétto (v.), castellino (mucchietto di cose dello stesso genere); spreg. o vezz. castellùccio; accr. castellòtto; pegg. castellàccio.

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