Cèrto¹

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certo1


cèrto1 agg., agg. e pron. indef., s. m. [lat. certus]. – 1. agg. Riferito a persona: a. Sicuro, fermamente persuaso: sono c. di quanto affermo; era certissimo di giungere in tempo; far c., rendere c. qualcuno, assicurarlo, dargli certezza; rendersi c., acquistare certezza: Nel fior degli anni ... Quand’è il viver più dolce, e pria che il core Certo si renda com’è tutta indarno L’umana speme (Leopardi). b. Di cui non si può dubitare: l’ho appreso da testimonio certo. 2. agg. Riferito a cosa: a. Che non può essere, o che non è, messo in dubbio: è una notizia c.; sono fatti c.; l’ho saputo da fonte c.; dare per certa (o come certa) una cosa; quindi, anche riferito a persona, vero, reale: Qual che tu sii, od ombra od omo certo (Dante). Con valore neutro, in predicati nominali: è c. che le cose vanno male (anche senza copula, con valore quasi esclamativo: c. che si è comportato da sciocco!); è più che c. che v’ingannate; o in locuz. come tenere per c., considerare cosa sicura; sapere per c. (o per certa scienza), sapere in modo sicuro, per conoscenza diretta; dare per c., annunciare come cosa sicura, affermare che una notizia o affermazione corrisponde a realtà; come locuz. avv., è frequente anche di certo, certamente, con certezza, senza dubbio: lo so di certo; di certo, non sarà lui a salvare la situazione (anche in grafia unita: v. dicerto). b. Che avverrà o si avrà senza dubbio: la morte è c.; guarigione c.; guadagni c.; rendita certa. Nel calcolo delle probabilità, evento c., evento che ha probabilità di verificarsi. c. Di effetto immancabile: rimedio certo. d. Che dà certezza: indizî, segni c.; testimonianza certa. e. Preciso, fisso: agire con un fine c.; avere uno scopo certo. 3. Come agg. indef. (sempre anteposto al nome), indica qualità o quantità indeterminata; quindi: a. Qualche, alcuno, alquanto: sono stato in giro con c. amici; devo sbrigare c. faccende; dopo un c. tempo; o determinato, stabilito, ma non reso esplicito: il dottore riceve solo in c. giorni; dal collo a ciascun pendea una tasca Ch’avea c. colore e c. segno (Dante); oppure non ben definibile: ho un c. dolore alla spalla; anche per rafforzare altre espressioni di indefinitezza: un c. che, un c. non so che. Con valore attenuativo: ha un c. ingegno; una c. capacità non gli manca; o accrescitivo: ho c. nervi!; con valore allusivo: non poté però tenersi di non fare una scappatina alla casa d’Agnese, per rivedere una c. finestra (Manzoni); pensate, nel Medioevo andare in giro a dire c. cose: la terra è di chi la lavora! (Dario Fo); con senso spreg.: tocca sentir c. discorsi!; dover trattare con c. gente. b. Tale: un c. signore; una c. Rosina; con i nomi proprî di persona o cognomi, spec. se in funzione di apposizione, anche senza l’art. indet.: un’amica intima di mia sorella, certa signora Dessalle (Fogazzaro); ha telefonato per te un tuo amico, certo Giacomo; e così al plur.: i nostri vicini di allora, certi Menicucci. 4. Come pron., al plur., taluni, certuni: eppure certi lo farebbero; Poi che nel viso a certi li occhi porsi (Dante). 5. Con valore di sost., ciò che è certo, sicuro: abbandonare il c. per l’incerto. 6. Nel linguaggio comm.: dare il c., quotare il c. o al c., quotare il cambio indicando la quantità variabile di monete estere corrispondente a una quantità costante, sottintesa, di monete nazionali (è tipico dell’Inghilterra); a c. tempo vista, per indicare che la scadenza di un titolo di credito avverrà decorso un certo tempo dalla presentazione del titolo all’accettazione o al visto del debitore; a c. tempo data, per indicare che la scadenza di un titolo di credito avverrà decorso un certo tempo dalla data di emissione del titolo. ◆ Avv. certaménte (v.).